La copertura artificiale del suolo è passata dal 2,7% del territorio nazionale del 1956 (quando eravamo meno di 50 milioni di abitanti) al 7% del 2014 (stima Ispra). Negli ultimi anni il consumo quotidiano di suolo è di circa 55 ettari: come 80 campi di calcio al giorno. Sono i dati emersi dall’incontro “Che fine ha fatto il territorio?” tenutosi oggi a Roma per iniziativa del Censis nell’ambito dell’annuale appuntamento di riflessione di giugno “Un mese di sociale”, giunto alla XXVIII edizione, dedicato quest’anno al tema “Ritrovare la via dello sviluppo secondo il modello italiano”. Nell’insieme, le aree di continuità dell’urbanizzato diffuso assorbono oltre il 40% della popolazione italiana. L’area urbanizzata attorno a Milano (la megaregione lombarda) arriva a contare quasi 7 milioni di abitanti. E i flussi sono sempre più concentrati. L’avvento dell’alta velocità nel 2009, oltre ad abbattere i tempi di viaggio e a moltiplicare l’offerta, ha comportato una ri-gerarchizzazione del sistema urbano. Roma è la città meglio servita, con 290 connessioni veloci al giorno in arrivo e altrettante in partenza. Bologna, grazie alla sua posizione strategica, può contare su 250 connessioni giornaliere. Mentre Torino, posta al margine della rete, ne ha solo 83. La concentrazione dei flussi caratterizza anche il traffico aereo internazionale, che ha registrato un vero e proprio boom. Il numero dei passeggeri internazionali è più che raddoppiato tra il 2000 e il 2015 (+112%), passando da 46 milioni a quasi 98 milioni all’anno. Di questi, il 62% è assorbito dai soli scali romani (Fiumicino e Ciampino) e milanesi (Malpensa, Linate e Orio al Serio). Sono intervenuti il presidente del Censis Giuseppe De Rita e il responsabile di ricerca Stefano Sampaolo; Massimiliano Fuksas, Tommaso Dal Bosco, responsabile sviluppo urbano e territoriale Ifel dell’Anci; Analita Polticchia, già sindaco del Comune Bevagna.