Quando giudichiamo, “ci mettiamo al posto di Dio”, ma “il nostro giudizio è un povero giudizio”, mai “può essere un vero giudizio”, “perché al nostro giudizio manca la misericordia. E quando Dio giudica, giudica con misericordia”. Lo ha detto il Papa, che nell’omelia della Messa celebrata ieri a Santa Marta – l’ultima con omelia, prima della pausa estiva – ha esortato a guardarsi allo specchio per vedere come siamo, prima di giudicare gli altri. Tutti noi, ha osservato, vogliamo che nel Giorno del Giudizio “il Signore ci guardi con benevolenza, che il Signore si dimentichi di tante cose brutte che abbiamo fatto nella vita”. Per questo, se “tu giudichi continuamente gli altri – ha ammonito – con la stessa misura tu sarai giudicato”. Il Signore, ha proseguito, ci chiede dunque di guardarci allo specchio: “Guardati allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?’ O come dirai a tuo fratello ‘Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio’, mentre nel tuo occhio c’è la trave?’ E come ci qualifica il Signore, quando facciamo questo? Una sola parola: ‘Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello’”. “È tanto brutto giudicare”, ha ammonito Francesco: “Il giudizio solo a Dio, solo a Lui!”.
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