GROTTAMMARE – Un progetto nato nel 1998 e che oggi è sotto l’egida della Conferenza Episcopale Italiana, Radio In blu è una realtà che merita di essere conosciuta. A tal proposito abbiamo intervistato il Caporedattore Andrea Domaschio, intervenuto nel pomeriggio di giovedì 16 giugno nel corso del convegno “il rapporto tra i media nazionali e locali, quale direzione?”
Partiamo dallo slogan “La Radio con tante radio dentro”, com’è nato questo progetto, correva l’anno 1998, se non erro…
“Esatto, correva l’anno 1998, ci si stava preparando al grande Giubileo del 2000, la scelta della CEI è stata quella di mettere insieme questo circuito di radio significativo, un circuito che contava a quel tempo quasi 200 radio. Metterlo insieme, nel senso creare un centro che fornisse soprattutto servizio, una specie di agenzia giornalistica che fornisse servizi da un punto di vista informativo per tutte queste radio locali che molti casi erano piccole con mini redazioni o addirittura senza. Questo è stato il progetto iniziale.
Quali sono le punte di diamante della vostra radio?
“Le punte di diamante sono tante, abbiamo ottimi colleghi, abbiamo una produzione completa di palinsesto su tutto l’arco della giornata. Le radio che sono collegate a noi attingono, soprattutto l’informazione. Per quanto riguarda l’informazione abbiamo 11 notiziari quotidiani, un approfondimento del mattino che si chiama “Zoom – dentro la notizia”, sulla notizia del giorno, due rassegne stampa e i programmi di punta “Piazza in Blu”, “Mattinata in blu” al mattino e il contenitore pomeridiano “Pomeriggio in blu” che abbiamo migliorato negli anni e che vede intrattenimento (musica), notizie flash di cronaca e gossip e approfondimenti giornalistici sui temi del giorno”.
Quali sono state le vostre emozioni al meeting di Grottammare?
“E’ un meeting importante, secondo me sono appuntamenti importanti per confrontarsi, tenendo conto anche che io vengo da 18 anni a Verona fedele (settimanale cattolico della città scaligera, ndr.). E’ molto importante che le antenne del territorio, sia le nostre radio locali, sia i settimanali diocesani, si colleghino sempre di più per creare un grande progetto nazionale, soltanto noi abbiamo questa forza e questa potenzialità in Italia, bisogna sfruttarla fino in fondo.”
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