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Vescovo Bresciani: riflettiamo sulle Indicazioni pastorali dalla “Amoris Laetitia”. Discernere

Vescovo Bresciani (2)Vescovo Carlo Bresciani

Discernere nella fragilità

Nell’ultimo capitolo della Esortazione apostolica, il papa dà tre verbi per indicare il cammino pastorale nei confronti delle coppie infrante che vogliono accostarsi o continuare in un cammino di fede nella Chiesa. Il presupposto di partenza sta nel fatto che esse, come più volte ha detto il papa, non sono ‘scomunicate’, cioè fuori della Chiesa, a meno che esse stesso lo vogliano.

I tre verbi sono: discernere, integrare, accompagnare.

Partiamo dal primo: Discernere.

Cosa vuol dire il papa?

  1. Discernere ha a che fare innanzitutto con il comprendere bene la situazione in cui uno si trova davanti a Dio e alla Chiesa. Altro è essere separati, altro è essere solo divorziati, altro è convivere senza alcun legame civile, altro è vivere in una seconda relazione senza possibilità di ritornare alla prima, per esempio a causa dei figli generati in questa seconda relazione, altro sono coloro che si fanno carico dei figli, altro coloro che li hanno abbandonati insieme al coniuge senza provvedere alle loro necessità … Non tutte le situazioni sono uguali!

Sappiano che la sola separazione, o anche il divorzio civile, senza mantenere altre relazioni o convivenze di tipo matrimoniale, di per sé non impedisce l’accesso ai sacramenti della confessione e dell’eucaristia. La situazione chiede che i doveri primari verso le persone che si sono lasciate (coniuge e figli: alimenti, educazione dei figli …) vengano rispettati e non si coltivino odii.

Altra è la situazione in cui forse i rapporti possono essere recuperati con la buona volontà di tutti e con gli aiuti necessari.

Altra è la condizione in cui si è entrati in un nuovo matrimonio civile, contraendo nuovi vincoli e doveri verso i figli generati da questa nuova unione, oltre che verso il nuovo compagno/a.

2. Il discernimento cristiano mette queste situazioni davanti alla Parola di Dio e alla Chiesa, per comprendere meglio non solo la propria situazione, ma cosa chiede Dio a partire da quella situazione concreta e si lascia giudicare dalla Parola di Dio in comunione con la Chiesa.

Forse in questo discernimento si scopre che il matrimonio è stato contratto in modo non valido per mancanza di alcune condizioni indispensabili. Si tratta allora, senza timore, di chiedere alla Chiesa il riconoscimento della nullità.

Non è, quindi, innanzitutto un discernimento in ordine a ‘sacramento sì o sacramento no’, ma in ordine a cosa Dio chiede a ciascuno perché si conformi alla Sua volontà. Si tratta di un discernimento da fare insieme alle stesse coppie, con umiltà e pazienza, senza chiudersi nelle ferite che le relazioni hanno introdotto nella vita di ciascuno. Il cristiano fa discernimento per camminare nella volontà di Dio e nella verità dei sacramenti della fede.

 

  1. Verificata la propria realtà di fronte alla Parola di Dio, si tratta poi di fare discernimento su quale strada di fede sia da percorrere per crescere verso la realizzazione del progetto di amore di Dio sull’uomo e sulla donna. Forse si scopre che si è lontani da esso: nessuna paura, ci si mette in cammino con l’aiuto di Dio e nella preghiera. Occorre qui la pazienza di un cammino di fede che si fa carico della storia di ognuno, senza negarla o far finta che non ci sia.

Anche se mancano ancora le condizioni per una piena partecipazione ai sacramenti, si entra però in un vero e proprio cammino di fede nella Chiesa, la quale accoglie con amore, come fa Dio, questi  fedeli che cercano, magari a fatica, la piena comunione.

 

  1. A questo punto, il discernimento chiede che si individuino i passi di fede adatti alle singole persone, con la gradualità che non tende a distruggere il positivo esistente (la nuova relazione affettiva e i figli in essa generati), ma a farlo crescere in un’autentica prospettiva di fede in comunione con la Chiesa.

 

  1. Può essere che questo cammino di fede porti non tanto a interrompere la nuova relazione affettiva (che magari non può proprio essere interrotta, anche a causa dei figli generati), ma a creare in essa condizioni che permettano, evitando scandali, di accedere anche ai sacramenti, perché quella relazione non è più vissuta sessualmente da marito e moglie e questo in conformità alla tradizionale dottrina della Chiesa sui sacramenti, confermata solennemente dall’Esortazione apostolica Familiaris Consortio di san Giovanni Paolo II. Non è detto che sia un cammino facile, ma quando sono date le condizioni richieste, l’aiuto dei sacramenti della confessione e della comunione può venire in soccorso e sostenere nelle difficoltà di convivenza ed educative.

 

  1. Ciò che il papa chiede a tutti dal punto di vista pastorale è che nessuno risponda a queste situazioni così diversificate con un sì o un no drastico (né lassismo, né rigidità fuori luogo), incapace non solo di comprendere le diversificate situazioni (anche di fede) che le persone vivono, ma anche di indicare il cammino di fede da proporre che egli esplicita poi nei due successivi verbi: integrare e accompagnare. Verbi che prenderemo in considerazione nei prossimi articoli.