Una partecipazione “voluta e desiderata” dai tre giovani artisti che hanno mosso i loro primi passi cantando proprio nei cori di parrocchia, e che fa seguito a un percorso artistico e spirituale iniziato con il “Concerto di Natale” ad Assisi e all’incontro lo scorso maggio, al Centro “Giovanni Paolo II” di Montorso, a Loreto. In quell’occasione i tre giovani artisti offrirono un mazzo di fiori alla Madonna, sostarono in preghiera nella Santa Casa di Loreto e accesero la “Fiaccola della pace” attesa in Polonia per la Gmg. A pochi giorni dall’inizio della Gmg, li abbiamo incontrati.
Da dove e come nasce la vostra sensibilità religiosa?
Certamente l’insieme di tutto, ma prima di tutto la famiglia. Le altre frequentazioni ci hanno sicuramente formato come buoni cristiani grazie agli insegnamenti ricevuti sui valori essenziali della vita.
Come vivete la vostra arte: come un dono, come una meta raggiunta con studio e impegno e dunque anche come qualcosa di dovuto?
Siamo consapevoli di avere ricevuto un dono dal cielo e convinti che
un bene così prezioso non poteva essere sprecato o disperso nella banalità. Anche il nostro incontro è sicuramente un dono e non un fatto casuale.
Ecco perché tanto impegno di tutti e tre nello studio e nella professione sia come un dovere del singolo nei confronti degli altri due e di tutti nei confronti di quanti si sono appassionati al nostro canto, alle nostre canzoni ai nostri concerti. Per ognuno di noi deludere tante aspettative, sarebbe davvero un peccato.
Come si concilia una dimensione spirituale, interiore, con il successo raggiunto?
Rimanere con i piedi per terra dopo tanto successo non è facile. Per ragazzi della nostra età ancora di più.Ma la vicinanza delle nostre famiglie che continuamente ci tiene consapevoli delle due realtà, una proiettata nel mondo di fuori e l’altra che ci ricorda sempre origini, inizi, affetti, gli amici di sempre, ci sostiene.I momenti di riflessione interiore e il confronto a tre, ci aiuta molto.
La fede e la spiritualità sono buone “cinture di sicurezza”.
Come è nata l’idea di iscrivervi alla Gmg con i giovani delle Marche? Perché questa scelta: una precisa volontà di esserci? O per una ribalta mondiale?
Il tutto nasce da precedenti frequentazioni e amicizie nate nel tempo con il mondo del Centro “San Giovanni Paolo II” di Loreto. Partecipare alla Gmg è sempre stato un nostro desiderio e loro ci hanno aiutato a fare i passi necessari. L’occasione dell’iscrizione è stato così un momento di festa e gioioso, culminato poi con la visita della Santa Casa della Vergine di Loreto, che è la Protettrice di chi vola: piloti, hostess, steward, passeggeri….e noi come ci chiamiamo? Il Volo. Altra casualità o forse un dono ulteriore del cielo.
Avete mai partecipato a una Gmg?
Questa per noi sarà la prima e sarà sicuramente un’esperienza emozionante. Potremo anche avere una buona occasione per diversi giorni per essere di nuovo tre giovani tra tanti giovani di tutto il mondo . Tre ragazzi come tanti.
Canterete davanti a Papa Francesco…
Anche questo è sempre stato un grande desiderio, molto di più di un momento mediatico. Ecco l’occasione di portare il dono che abbiamo ricevuto al Santo Padre e avere la sua benedizione perché questo possa arrivare a tanta gente.
Siamo convinti che la musica, come la preghiera, unisca la gente e doni emozione e gioia di vivere e vivere insieme.
Vi esibirete davanti a più di un milione e mezzo di giovani. Tuttavia non sarà un concerto, bensì una celebrazione. Cosa cambia per voi da questo punto di vista?
I nostri tour mondiali ci hanno insegnato a trattenere l’emozione e a volte il timore di affrontare tanta gente. Certo, una platea così grande è un’ulteriore prova, ma quanto canteremo è già un grande sostegno, perché ci esibiremo con due Ave Maria, una scritta per l’occasione da un grande compositore italiano di fama internazionale, Romano Musumarra e la famosa Ave Maria di Schubert. La novità sarà l’interpretazione di “Jesus Christ you are my life”, uno degli inni più noti delle Gmg e che conosciamo per averlo eseguito in chiesa. Parte di queste interpretazioni saranno probabilmente inserite nel nostro album in uscita a settembre che contiene il concerto “Una notte magica”, in cui abbiamo rievocato l’esibizione a Caracalla, 26 anni fa, di Jose’ Carreras, Luciano Pavarotti e Placido Domingo.
Cosa direte a Papa Francesco quando lo incontrerete?
Meglio non preparare niente per non rischiare momenti di ansia e di emozione. Sicuramente ci aiuterà anche lui, sempre nella speranza di incontrarlo. E’ certo che se ci sarà l’occasione sfodereremo tutta la nostra conoscenza della lingua spagnola che le numerose tournée in America latina ci hanno permesso di imparare abbastanza bene.
Quale messaggio lancerete ai giovani del mondo dal palco di Cracovia?
Gli ultimi tragici avvenimenti di Nizza ci hanno profondamente turbato e segnato. Speriamo che la nostra musica, le nostre canzoni di amore siano un momento di gioia e di pace per tutti i giovani del mondo e che questa follia possa avere fine. I messaggi di Papa Francesco saranno incomparabili e quindi potremo solo affiancare ad essi il nostro canto e la gioia di avere una vita di speranze e di sogni e non di avversione e odio fondati su false ideologie.
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