Don Milani presenta anche altre pellicole che fanno riflettere il pubblico, come “Abbraccialo per me” di Vittorio Sindoni, che affronta la patologia mentale di cui è affetto suo figlio, restituendo “la sua visione di cinema, un compito che l’arte trascura: fare udire il grido che sale dal cuore per cercare comprensione e disponibilità”. Don Milani ricorda Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, da poco scomparso, che “difende la giustizia con cazzotti che non procurano ematomi e sedie rotte in testa che non causano traumi. Il suo cinema – spiega – ha saputo tenere buona compagnia, alleandosi con i sentimenti migliori di tutti”. Il pensiero va poi al regista Michael Cimino, morto lo scorso 2 luglio, che “sarà presto recuperato e la rivalutazione avrà ampiezza maggiore della distanza tra il fiasco de ‘I cancelli del cielo’ e le statuette de ‘Il cacciatore’. In ‘Verso il sole’ il senso della sua cinematografia: ‘Possa la bellezza essere davanti a me, dietro di me, sopra di me, intorno a me’. Perché la bellezza – sottolinea don Milani – è la via per capire la verità della vita, anche quando è da cercare nelle paludi di una guerra, tra poliziotti che combattono la mafia o nel viaggio folle di un sedicenne parricida”. Infine, l’arte di Abbas Kiarostami, scomparso lo scorso 4 luglio, che “non ha avuto i mezzi di Cimino, ma ha saputo imporsi raccontando piccoli e ultimi, condiviso il senso dell’amicizia e della solidarietà, nel continuo tessere il rapporto tra verità e finzione”.