“‘La pazza gioia’ è per ora il culmine della cinematografia di Paolo Virzì. Un’opera immersa nel desiderio di narrare che ogni vita ha un senso, oltre le convenzioni sulla normalità. Un film coraggioso” che parla “del male di cui più ci si vergogna: la malattia mentale”. Lo scrive don Davide Milani, presidente della Fondazione EdS (Ente dello Spettacolo), nell’editoriale “Un cinema coraggioso” pubblicato dalla “Rivista del Cinematografo” di luglio-agosto.
Don Milani presenta anche altre pellicole che fanno riflettere il pubblico, come “Abbraccialo per me” di Vittorio Sindoni, che affronta la patologia mentale di cui è affetto suo figlio, restituendo “la sua visione di cinema, un compito che l’arte trascura: fare udire il grido che sale dal cuore per cercare comprensione e disponibilità”. Don Milani ricorda Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, da poco scomparso, che “difende la giustizia con cazzotti che non procurano ematomi e sedie rotte in testa che non causano traumi. Il suo cinema – spiega – ha saputo tenere buona compagnia, alleandosi con i sentimenti migliori di tutti”. Il pensiero va poi al regista Michael Cimino, morto lo scorso 2 luglio, che “sarà presto recuperato e la rivalutazione avrà ampiezza maggiore della distanza tra il fiasco de ‘I cancelli del cielo’ e le statuette de ‘Il cacciatore’. In ‘Verso il sole’ il senso della sua cinematografia: ‘Possa la bellezza essere davanti a me, dietro di me, sopra di me, intorno a me’. Perché la bellezza – sottolinea don Milani – è la via per capire la verità della vita, anche quando è da cercare nelle paludi di una guerra, tra poliziotti che combattono la mafia o nel viaggio folle di un sedicenne parricida”. Infine, l’arte di Abbas Kiarostami, scomparso lo scorso 4 luglio, che “non ha avuto i mezzi di Cimino, ma ha saputo imporsi raccontando piccoli e ultimi, condiviso il senso dell’amicizia e della solidarietà, nel continuo tessere il rapporto tra verità e finzione”.