Gli anni Duemila hanno segnato la rinascita per questo ex convento, un grande spettacolo museale, che ne fa tra i più belli dell’intera Diocesi e della provincia Picena. Un cocktail di pittura e scultura tra Rinascimento e Barocco.
Un museo vescovile suddiviso in due parti: l’antica navata della chiesa è un tesoro di affreschi e dipinti. Si comincia con la grande sorpresa, una Madonna del Soccorso del genius loci Rinascimentale Vincenzo Pagani. Rinvenuto sotto l’intonaco dell’ex Chiesa, questo affresco mostra il fiero busto della Madonna, che impugna un randello per mettere in fuga il maligno, una moda nella pittura cinquecentesca.
Sant’Agostino è culla di un altro genio del “siglo de oro” dell’arte italiana e marchigiana. Le tracce di Simone de Magistris da Caldarola sono presenti in questo capolavoro che ritrae la Madonna e Gesù Bambino con San Pietro, San Giovanni Battista, San Rocco e Sant’Antonio da Padova. Non solo tracce di geni, ma anche testimonianze di meravigliose chiese di campagna, come l‘affresco ritraente la Madonna con il Bambino tra i Santi Pietro e Paolo proveniente dalla Chiesa di Santa Maria della Petrella, un’opera Quattrocentesca attribuita al Maestro di Loreto Aprutino, testimonianza di una devozione molto sentita all’epoca, senza rivoluzioni industriali o digitali.
I misteri del Rosario attribuiti ad Ascanio Condivi, primo biografo di Michelangelo e il Banco dei Magistrati del patrignonese Desiderio Bonfini, fanno da naturale introduzione alla seconda parte del museo, nei locali dell’ex convento: stanze contraddistinte da sculture, indumenti di Vescovi, calici e tanto altro di un centro che fu Diocesi fino agli anni Ottanta del Novecento.
Questa seconda parte è contraddistinta da un vero e proprio capolavoro scultoreo: Santa Maria Maddalena sollevata dagli angeli. Una scultura lignea quattrocentesca, probabilmente capolavoro di un veneto o di un friulano, contraddistinta dalla lucentezza dei lunghissimi capelli dorati, elemento di grande fascino. Accanto a questo capolavoro, vi è una curiosità: il reliquiario del dito della Maddalena, ad opera del romano Antonio Mattei, artista settecentesco.
Momenti di bellezza, di scoperta, di confronto tra stili artistici e geometrie di vari paesi, di conoscenza dei grandi geni della pittura picena. Questa è la sintesi del Museo Vescovile Ripano, aperto quest’estate dalle 15.30 alle 19.30 con aperture serali fino alle 23 dal 13 al 15 agosto e un’apertura mattutina dalle 10 alle 13 il giovedi con riapertura alle ore 14.