di Daniele Rocchi
Ancora poche ore e sarà Gmg. A Cracovia le strade cominciano a riempirsi di giovani pellegrini, avvolti nei loro vessilli nazionali colorati come le bandiere della Gmg che sventolano lungo le strade e sulle finestre. Tanti i volti di san Giovanni Paolo II e di suor Faustina Kowalska, l’apostola della Misericordia, vere e proprie glorie nazionali, i patroni della Gmg. Intorno al castello del Wavel si muovono le carrozze bianche trainate da cavalli piumati guidati da cocchieri in bombetta guadagnandosi subito le foto dei giovani. La Vistola scorre docile poco sotto la collina attraversando la città. Le sue rive sono già invase dai giovani come anche la centralissima piazza del Mercato, che circonda la basilica dedicata alla Madonna, la “Mariacki”. Qui ogni sera canti, balli, e testimonianze, condite da tanta festa. Ad ogni incrocio enormi totem recano le indicazioni per raggiungere i luoghi delle celebrazioni, il parco Blonia, il santuario della Divina Misericordia a Lagiewniki, il Campus Misericordiae, le “zone della Riconciliazione”, adibite alle confessioni, i parcheggi, i punti ristoro, quelli medici e le fontane dove dissetarsi. Rassicuranti le maglie blu dei volontari sempre disponibili a offrire il loro aiuto a chi lo chiede. Nelle tante chiese della città un andirivieni di gruppi, molti si fermano a pregare. Come nella chiesa di san Floriano dove l’Adorazione è continua. Per chi vuole confessarsi ci sono tende con sacerdoti poliglotti disponibili.
Cracovia si sta popolando a vista d’occhio. I recenti attacchi terroristici non hanno fermato i giovani che ribadiscono: “Non abbiamo paura”. Non ci sono state cancellazioni o disdette. Ne sanno qualcosa gli italiani, i più numerosi, circa 90mila, dietro solo i polacchi che giocano in casa. Per la spedizione azzurra a Cracovia, la Conferenza episcopale italiana (Cei), attraverso il Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), come tradizione nelle Gmg, ha organizzato
“Casa Italia”, un posto familiare, situato all’ombra dei torrioni del castello del Wavel, nella vicina via Bernardyńska, dove i nostri giovani possono ritrovarsi, ristorarsi e fare festa.
Un luogo ideale con tanto di ampio cortile e wi-fi libero, di ufficio del consolato italiano e di un presidio medico con due sanitari a disposizione. Dopo diversi giorni di allestimento “Casa Italia” ha aperto le sue porte, domenica 24 luglio, con la messa, celebrata in diretta tv su Rai Uno, nella vicina chiesa dei Bernardini, da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.
Per mons. Galantino “i volontari stanno dando una grande testimonianza specie a coloro che fanno fatica a mettersi in cammino in un mondo che sembra porre ostacoli continuamente. Mi piacerebbe – ha aggiunto – che la biografia dei volontari fosse conosciuta un po’ di più. La vostra esperienza deve essere posta accanto a quella di tanti altri ragazzi che purtroppo non hanno la fortuna di essere qui anche per non avere ricevuto la testimonianza giusta per rimettersi in gioco”.
“i giovani sono felicemente imprendibili, carichi di entusiasmo. Chi arriva qui a Cracovia conosce bene la realtà del suo Paese di origine e non potrà che portare, al suo ritorno, una sola parola: quella di Cristo, che è parola di pace”.
Un impegno che riguarda anche quei giovani che non sono partiti per la Gmg ma che “da casa possono sin da ora fare da ponte per far ricadere sul territorio ciò che a Cracovia si sta vivendo”. Tra le tante bandiere tricolori che da ieri garriscono al vento ce n’è una particolarmente significativa: è quella donata a Casa Italia dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Un regalo portato da mons. Galantino che così ha concluso: “Il Tricolore è affidato a voi, ragazzi, perché ciò che facciamo lo facciamo anche per la nostra Patria”. Buona Gmg, Italia!