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Diocesi, Rubrica dal carcere: “Noi, profughi del mar degli errori”

mare

DIOCESI – Prosegue la nostra “rubrica dal carcere” (leggi i precedenti articoli) curata dai volontari della nostra diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto del gruppo “Il Mosaico”, questa volta con una riflessione dal titolo “Noi, profughi del mar degli errori”.

Cari lettori, in questo articolo  vorrei cercare di entrare nei vostri cuori e cercare di sensibilizzare le problematiche che girano intorno al nostro mondo, un mondo spesso dimenticato, scomodo e circondato da molti pregiudizi, che sta lì in mezzo a voi, ma reso invisibile perché per molti è giusto che sia così.

Purtroppo, però, esiste; e noi siamo lì, sul nostro barcone, nel nostro “Mar degli Errori” aspettando qualcuno che ci salvi, che ci capisca e che ci aiuti a toccare terra.

Noi siamo i detenuti, persone che hanno sbagliato e stanno pagando per i loro errori, consapevoli di ciò che hanno fatto, con la voglia di riscattarsi ed essere esempio per gli altri. Abbiamo sbagliato spesso per risolvere i problemi nella maniera più semplice, per poter vivere una vita agiata, per poter essere al centro dell’attenzione e sentirsi importante.

Il carcere è un mondo a sé, controverso e giusto allo stesso tempo, il limbo nel mondo dei vivi: noi tutti fermi qui ad aspettare fin quando non abbiamo espiato le nostre colpe.

Un mondo con accesso solo a pochissime persone, che come angeli portano uno spiraglio di luce e speranza in questo luogo buio, facendoci sentire ancora vivi e ricordandoci che lì fuori c’è ancora una vita che ci aspetta e persone che ci amano. Sono i volontari, che insieme alla nostra direttrice, alle educatrici, organizzano incontri e corsi di vario genere, ma la cosa più importante che fanno è quella di far da tramite tra il carcere e il mondo oltre le sbarre. Persone che dedicano la vita, trascurando a volte i problemi della propria, persone che vogliono salvarci a tutti i costi da questo mare.

Questo è quello che voglio trasmettere a tutti voi: noi qui siamo persone uguali a voi, con l’unica differenza, che i nostri errori sono più gravi, sono scritti su un codice penale. Non esistono persone che nella vita non hanno mai sbagliato; l’unico è stato nostro Signore Gesù Cristo, che diede la sua vita con la speranza che noi tutti avremmo capito e imparato a perdonare.

Oggi purtroppo il perdono si è distorto, assumendo una moltitudine di forme, nessuna pura, ma tutte mascherate per far sì che l’uomo abbia un senso di benessere interiore, solo suo e non condiviso, che lo fa apparire buono, mentre dentro è logorato dal proprio “ego” formatori con la superficialità dei propri falsi buonismi.

Tutto questo però può cambiare, come ci insegna Nostro Signore e anche tutti gli dei di tutte le religioni: nessun uomo è perfetto, ma tutti abbiamo il “libero arbitrio”, potere che può cambiarci in persone migliori, per poterci togliere la maschera che abbiamo indossato finora.

Quindi io vi prego a nome di tutti noi, fate come i nostri “angeli”, tendete le vostre mani senza andare via, fate in modo che una volta fuori veniamo accolti da persone sapienti per poter toccare terra e salvarci dal nostro “Mar degli Errori”.