SIRIA – “Le strutture sanitarie in Siria sono attaccate con una sempre più allarmante intensità. Secondo le stime dell’Oms, dall’inizio dell’anno ci sono stati oltre 40 attacchi contro strutture sanitarie. Circa il 60% degli ospedali pubblici in Siria sono chiusi o funzionanti solo in parte”. Lo denuncia oggi l’Unicef, ricordando che tra il 23 e il 24 luglio, nella parte orientale della città di Aleppo, quattro ospedali e una banca del sangue sono stati colpiti diverse volte, interrompendo l’erogazione di servizi sanitari salva vita per almeno 300mila civili.
A seguito degli attacchi aerei all’ospedale al– akim, un bambino nato da due giorni è morto nell’incubatrice a causa dell’interruzione della somministrazione di ossigeno. Un ospedale pediatrico supportato dall’Unicef, unico in città, colpito due volte in meno di 12 ore. “Tutti gli ospedali colpiti nell’arco di 48 ore si trovano nel quartiere di al-Shaar, area in cui sono presenti diverse strutture mediche l’una vicina all’altra. Questi ospedali rappresentano la metà di tutte le strutture sanitarie che operano nella zona”, sottolinea l’Unicef: “Gli attacchi contro le strutture sanitarie – afferma – sono una terribile violazione delle leggi internazionali umanitarie e possono rappresentare crimini di guerra. Le strutture sanitarie non dovrebbero mai essere attaccate o danneggiare e gli operatori sanitari dovrebbero poter offrire cure mediche e servizi a tutte le persone che hanno bisogno, ovunque esse si trovino all’interno della Siria”.
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