(ZENIT)
Il viaggio del Papa a Cracovia, in occasione della Giornata mondiale della gioventù, inizia con un’ombra tenebrosa: l’uccisione a sangue freddo nei pressi di Rouen, in Francia, di padre Jacques Hamel, un anziano sacerdote che stava celebrando Messa come ogni mattina nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray. Autori del barbaro omicidio due giovani jihadisti, che simbolicamente hanno sgozzato il prete sull’altare, dopo che quest’ultimo si è rifiutato di inginocchiarsi dinanzi a loro, come ha raccontato suor Danielle, una religiosa presente al momento dell’accaduto.
Il tema della violenza, dei conflitti, della guerra è stato affrontato da Papa Francesco nel corso del suo viaggio in aereo, insieme ai giornalisti. Il Santo Padre, nonostante la ritualità dell’omicidio di padre Hamel e le rivendicazioni di gruppi estremisti islamici, rifiuta l’idea che sia in atto una guerra di religione.
“Quando io parlo di ‘guerra’, parlo di guerra sul serio, non di ‘guerra di religione’, no!”, ha esclamato Bergoglio. Il quale ha poi precisato: “C’è guerra di interessi, c’è guerra per i soldi, c’è guerra per le risorse della natura, c’è guerra per il dominio dei popoli: questa è la guerra. Qualcuno può pensare: ‘Sta parlando di guerra di religione’: no. Tutte le religioni, vogliamo la pace. La guerra, la vogliono gli altri. Capito?”.
È tornato poi a parlare di “guerra a pezzi”, parola che secondo lui inquadra meglio la situazione rispetto al termine “insicurezza”. A proposito di guerra, ha affermato che “c’era quella del ’14, con i suoi metodi, poi quella del ’39 – ’45, un’altra grande guerra nel mondo, e adesso c’è questa. Non è tanto organica, forse, organizzata, sì, non organica, dico, ma è guerra”.
Riferendosi specificatamente a padre Hamel, il Vescovo di Roma ha detto: “Questo santo sacerdote che è morto proprio nel momento in cui offriva le preghiera per tutta al Chiesa, è ‘uno’, ma quanti cristiani, quanti innocenti, quanti bambini… Pensiamo alla Nigeria, per esempio: ‘Ma, quella è l’Africa!’. Quella è guerra! Non abbiamo paura di dire questa verità: il mondo è in guerra, perché ha perso la pace”.
A tal proposito il Papa ha voluto ringraziare tutti coloro che gli hanno espresso condoglianze per l’uccisione del prete francese, a cominciare dal presidente Hollande: “In modo speciale il presidente della Francia che ha voluto collegarsi con me telefonicamente, come un fratello: lo ringrazio”.
La speranza giunge dalle giovani generazioni. Francesco auspica che alla Gmg i giovani “dicano qualcosa che ci dia un po’ più di speranza”.
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