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Papa Francesco: “la misericordia è modo concreto di interagire con gli altri”

Papa“Lungi dall’essere un’idea, un desiderio, una teoria o un’ideologia, la misericordia è un modo concreto di ‘toccare’ la fragilità, di interagire con gli altri, di avvicinarsi l’un l’altro”:  così Papa Francesco in un lungovideomessaggio in lingua spagnola rivolto sabato scorso ai vescovi delle Chiese dell’America Latina e dei Caraibi (Celam) che insieme ai vescovi di Usa e Canada, a sacerdoti, religiosi e laici, stanno celebrando dal 27 al 30 agosto a Bogotá, in Colombia, il  Giubileo della Misericordia. La misericordia, afferma, “è un modo concreto per avvicinare le persone quando sono in un momento difficile. Si tratta di un’azione che ci porta a fare il meglio per ciascuno in modo che gli altri si sentano trattati in una tale forma da capire che nella loro vita non è stata ancora detta l’ultima parola. Trattati in una tal maniera che chi si sente schiacciato dal peso dei suoi peccati, senta il sollievo di una nuova possibilità”. “Il nostro modo di agire con gli altri non sarà mai” una “azione basata sulla paura”, sottolinea il Papa, ma sulla “speranza di cambiamento” che Cristo ha per chiunque. Papa Francesco distingue: un’azione “basata sulla paura l’unica cosa che ottiene è di separare, dividere, cercare di distinguere con precisione chirurgica un lato all’altro”. È “un’azione che sottolinea il senso di colpa, la pena, l’‘hai sbagliato’”. Al contrario, “un’azione basata sulla speranza di cambiamento sottolinea fiducia nell’apprendimento, nel progredire, sempre alla ricerca di nuove opportunità”. Per questo, “il tratto della misericordia risveglia sempre la creatività”. La misericordia, prosegue, “non sposa un modello o una ricetta, ma ha la sana libertà di spirito di cercare il meglio per l’altro, in modo che questa persona possa comprenderlo. E questo smuove tutte le nostre capacità, i nostri spiriti, ci porta fuori dai nostri confini. Non è mai inutile verbosità – come dice Paolo – che ci impiglia in controversie senza fine, l’azione basata sulla speranza di cambiamento è un’instancabile intelligenza che fa battere il cuore e mettere urgenza alle nostre mani”. “Imparare a trattare con misericordia – conclude – è imparare dal Maestro a farci prossimi, senza timore di quelli che sono stati scartati e che sono ‘marchiati’ e marchiati dal peccato. Imparare a stringere la mano a quello che è caduto senza paura dei commenti. Ogni tratto che non sia misericordioso, per quel tanto che basta, alla fine si trasforma in maltrattamento. L’intelligenza starà nel migliorare i cammini della speranza, quelli che privilegiano il buon tratto e fanno brillare la misericordia”.