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Rubrica dal Carcere: “Ripensando alla mia infanzia mi è venuta in mente questa poesia…”

Ripensando alla mia infanzia mi è venuta in mente questa poesia.

Ogni bambino a cui si insegna è un uomo che migliora.
Novanta ladri su cento in carcere non hanno mai messo piede a scuola, non sanno leggere e firmano con una croce.
E’ in quest’ombra che incontrano il crimine. L’ignoranza è la notte che inizia con un precipizio, dove la ragione si arrampica e l’onestà naufraga.
Dio, il primo autore di tutto ciò che si scrive.
Ha messo sulla terra, dove gli uomini sono ubriachi, le ali della mente nelle pagine dei libri. Ogni uomo aprendo un libro trova un’ala e può volare laddove l’anima si muove in libertà.
La scuola è un santuario, come la Chiesa.
L’alfabeto che il bambino elenca contiene in quattro lettere una virtù; il cuore si illumina dolcemente davanti a quest’umile chiarore.
Donate un libro a un bambino.
Camminate, con la luce in mano, affinché lui possa seguirvi.
Victor Hugo, dopo la visita a un carcere.

Mia sorella maggiore mi costringeva a impararla a memoria, a capirla; lei mi spiegava il significato , ma io non volevo capire, volevo la vita facile!
A 17 anni sono scappato da casa, in Marocco, e dopo aver attraversato tanti paesi sono arrivato in Italia in un brutto momento di crisi e in un quartiere non proprio tranquillo. Ho fatto degli errori ed ora sto pagando.
Oggi ripenso alle parole della poesia e mi rendo conto che mia sorella aveva ragione, mi pento di non averla ascoltata e di aver fatto di testa mia. I miei compagni d’infanzia che hanno fatto altre scelte, ora vivono una vita normale, hanno una famiglia ed anche dei figli…sono forse più felici di me.
B. S. E.

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