Di lauretanum
MONTALTO – Il Campo-scuola parrocchiale è sempre, ogni anno, come la prima volta, anche se fosse la centesima, un’esperienza estremamente coinvolgente ed entusiasmante.
Tanto più se un luogo meraviglioso, come quello del Campo dei Padri Minori Conventuali a Castelsantangelo sul Nera, in Provincia di Macerata, e una settimana di sole e di caldo estivo di montagna, come quella da noi vissuta tra i Sibillini dal versante tirrenico, aumentano la gioia dello stare insieme e di crescere nell’amicizia tra di noi e con Dio. In particolare, quest’anno il Campo si è arricchito della conoscenza di una figura straordinaria, la cui storia è narrata nel libro della Genesi: Giuseppe.
I ragazzi sono entrati nella storia travagliata e avventurosa del figlio prediletto di Giacobbe e lo hanno accompagnato in un viaggio che ha loro insegnato come non c’è destinazione che non possa essere luogo di salvezza, se il nostro viaggio è vissuto in pienezza. Giuseppe attraverso la sua interpretazione dei sogni riesce a comprendere il disegno di Dio e ad essere strumento nelle sue mani per salvare non solo il Faraone d’Egitto ma tutto il suo popolo. Al termine di un anno in cui ciascun ragazzo ha sperimentato la bellezza del viaggiare insieme, si è così offerta a ciascuno dei partecipanti l’occasione straordinaria per imparare a leggere i propri sogni e progetti sul futuro alla luce del sogno che Dio ha per ciascuno e cogliere quella scintilla di vocazione che già brilla dentro ognuno di noi, così come nella vita del giovanissimo Giuseppe.
Non sono mancati i moneti di preghiera, al mattino, alla sera, e nella Celebrazione eucaristica quotidiana, vissuta per squadre (Faraoni, Mercanti e Pastori, che richiamavano il tema del Campo… ), così come quelli di svago: attività, giochi, musica, canti, scenette, e addirittura la zumba. Ad arricchire il Campo la tradizionale giornata di pellegrinaggio, vissuta quest’anno nel Santuario di Macereto, e quella di gita, passata sui pattini al Palaghiaccio di Ussita.
Fatte anche tre giornate di camminata in montagna, presso la fonte del Fiume Nera, sulla cima del Monte Vettore, sfiorando i 2500 metri di altitudine, da Forca di Presta e nell’anello del Monte Bove, impegnati in quasi otto ore di arrampicata e di discesa, tra panorami mozzafiato e la sorpresa dei camosci sulle rocce.
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