Nonostante la manifestazione di sabato scorso a Santiago del Cile e le 600mila firme consegnate al Governo lunedì dai leader delle principali confessioni cristiane, il Parlamento cileno procede nell’iter di approvazione della legge che introduce la legalizzazione dell’aborto in tre casi (malformazioni del feto, pericolo di vita per la donna, violenza sessuale). Ieri il disegno di legge ha ricevuto l’approvazione (per tre voti contro due) della Commissione Salute del Senato. Ha commentato l’arcivescovo di Santiago e presidente della Conferenza episcopale cilena, cardinale Ricardo Ezzati: “Non siamo contenti per questa votazione, ma continueremo a ribadire la verità della vita, la verità di quello che è il bene per il paese, con serenità, come abbiamo fatto fino ad ora”. L’arcivescovo fa notare che il disegno di legge “non passerà subito all’esame dell’aula, ma della commissione Affari istituzionali. Ci vorranno ancora due mesi e vedremo cosa succede. Noi intanto sabato abbiamo fatto sentire la nostra voce, per dire che la vita è un bene, non solo per il nascituro ma per tutta la società”.
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