Così monsignor Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, alla vigilia della sua ordinazione episcopale che si celebrerà domani, alle ore 16, nella cattedrale di Bergamo, per le mani del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
A concelebrare anche Fouad Twal, patriarca emerito di Gerusalemme, monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, insieme a circa altri 30 presuli, tra cui i rappresentanti del Papa come nunzi apostolici in Israele, Palestina, Giordania, Libano, Cuba, Singapore, Canada. Sarà presente inoltre una delegazione ecumenica, con l’arcivescovo Nektarios, inviato dal Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme. “Abbiamo bisogno di imparare a rileggere, a correggere le nostre letture e le nostre impostazioni alla luce di una Parola che non smette di levarsi sulle nostre città, sulle nostre relazioni e modi di vita – ha dichiarato mons. Pizzaballa, le cui parole sono riportate dalla diocesi di Bergamo – e le soluzioni verranno. E se non verranno vuol dire che dobbiamo imparare a stare nella complessità – come spesso accade in Medio Oriente – trovando in quella accettazione la forma, forse meno gratificante, ma sicuramente più vera, del nostro consegnarci per la vita di tanti”. Mons. Pizzaballa ha ribadito che continuerà “nell’opera importante di incontro e di fraternità con le altre Chiese cristiane non cattoliche.
Gerusalemme non può non pregare e operare per l’unità tra i credenti cristiani. E infine, possibilmente anche con ebrei e musulmani, ci impegneremo per la pace di Gerusalemme”.