LavoroDi Luigi Crimella

Rimaniamo tutti impressionati quando leggiamo le notizie sui concorsi pubblici in Italia. Capita che per magari 5 posti di infermiere all’ospedale – poniamo – di Vicenza, si presentino da tutte le regioni due o tre mila candidati, a volte anche numeri più alti di questi. Non parliamo poi di annunci da parte di aziende private, magari di grandi dimensioni o di multinazionali: anche in questi casi la partecipazione è in genere massiccia. Insomma, in un paese come il nostro nel quale la disoccupazione giovanile (15-24 anni) oscilla attorno al 39%, la possibilità di trovare un lavoro a tempo indeterminato rimane per molti un miraggio. Ma – provare per credere – se immettete nel portale Eures della Commissione Europea, all’indirizzo internet https://ec.europa.eu/eures/public/it/homepage la ricerca di un posto di lavoro come infermiere, o ingegnere, o designer o giornalista, o qualsiasi altra professione, come per incanto si materializzano centinaia, se non migliaia, di posizioni aperte nei 28 paesi dell’Unione Europea.

Non è uno scherzo: Eures (che è il portale ufficiale europeo della mobilità professionale) offre davvero un impressionante numero di lavori disponibili.

Nel momento in cui lo stiamo visitando, ci sono 1.131.385 offerte di lavoro, cifra che cambia di giorno in giorno tra nuove entrate e uscite per posti occupati.
Quasi 2 milioni di posti di lavoro disponibili. Guardando dentro questo milione e 100mila posizioni aperte, alcune delle quali plurime (cioè di aziende che cercano più di una figura), scopriamo che il totale degli impieghi raggiunge la cifra di 1.949.056. Guardando le offerte per nazioni, troviamo in testa la Germania con 540.052 offerte per un totale di 991.019 posti disponibili. La Francia propone 129.862 posizioni per un totale di 145.079 posti complessivi. La piccola Repubblica Ceca dispone di 53.445 offerte per 124.059 lavori totali. Il Belgio 121.965 impieghi per un totale di 152.476 assunzioni. E l’Italia? la nostra offerta è, purtroppo, di sole 1.863 posizioni per un totale di 2.713 assunzioni. Sono cifre che parlano da sole: come si possono confrontare i 991mila posti disponibili in Germania coi nostri 2.731? E purtroppo il confronto trova conferma anche se, al contrario, andiamo a guardare le nazioni da cui parte il maggior numero di curriculm di persone disposte a emigrare.

Noi italiani siamo di nuovo in testa con ben 53.484 candidature, quasi il 20% del totale dei curriculum immessi su Eures, che sono 273.702.

Nella classifica ufficiale, seguono 43.597 curriculum di giovani spagnoli, 13.496 romeni, 12.976 francesi, e così via. I giovani tedeschi che cercano lavoro fuori confine sono appena 9.842, cioè un numero piccolissimo rispetto alla popolazione totale: il che la dice lunga sulla forza attuale dell’economia teutonica.
Titoli di studio, paesi “desiderati”, lavori più gettonati.  E’ interessante anche analizzare il livello di istruzione delle persone che hanno inserito un curriculm in Eures. Ben 52.416 hanno una laurea magistrale, 44.394 la laurea di primo livello, 20.228 un diploma professionale post-secondaria, 16.723 hanno il diploma di scuola superiore, 5.645 il dottorato di ricerca e 4.082 l’istruzione di base (per noi, la famosa “terza media”). Tra i paesi più “desiderati” da chi ha messo il curriculum, il Regno Unito è ancora in testa nonostante la Brexit con 76mila candidature. Seguono in ordine di preferenza Germania, Svizzera, Svezia, Austria, Paesi Bassi, Norvegia, Belgio, Spagna e – al decimo posto su 28 paesi – l’Italia. Tra le occupazioni più desiderate ci sono il cameriere, l’insegnante di lingue, l’assistente amministrativo, l’impiegato, l’architetto, il tecnologo dell’informazione. I laureati in economia, ingegneria, informatica, scienze della salute, e così via seguono percorsi propri e comunque hanno un elevato numero di possibilità, specie se conoscono almeno due-tre lingue e sono disposti a viaggiare.

Le aziende che cercano collaboratori, distinte per paese, vedono al primo posto la solita Germania, seguita da Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi e così via. Si tratta di aziende dalle micro (sotto le 10 persone), alle piccole (10-50 persone), medie (50-250) e grandi (oltre le 250 persone).
Le specialità più “scarse” e le attitudini richieste ai giovani. E’ curiosa anche la classifica (per certi versi, sorprendente) delle occupazioni più richieste dalle aziende, in quanto più rare: si tratta di disegnatore grafico, illustratore, impaginatore, designer dell’industria, web designer, pubblicitari, montatore di impianti elettrici e di telecomunicazione, elettricista. Ciò a riprova che se un ingegnere non ha difficoltà a trovare lavoro, e la domanda incrocia facilmente l’offerta, una azienda può avere maggiori difficoltà a trovare un buon web designer oppure un valido elettricista. E infatti tra le abilità più “scarse”, ci sono gli esperti di Auto-CAD, gli sviluppatori software, gli esperti di C+, di Total Quality Control, di Total Quality Management, di interfaccia di sistemi grafici, e così via.

A questo punto è bene chiedersi quale “lezione” trarre dalla conoscenza del portale Eures.

La prima è che un giovane oggi deve letteralmente “buttarsi” nella dimensione europea e internazionale, rendendosi disponibile a emigrare, magari per un periodo breve (tre-cinque anni) per rafforzarsi professionalmente, e poi magari rientrare in Italia. La seconda è che i giovani italiani, sia pure con le attuali difficoltà lavorative, possono contare in genere su una buona preparazione di base e non devono cedere al pessimismo. Quindi sono chiamati ad armarsi di coraggio e “rischiare”, allungando lo sguardo all’Europa se non al mondo intero.

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