“Internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio”. Monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto per la Segreteria della Comunicazione della Santa Sede, intervistato su Limes, riferisce un pensiero di Papa Francesco, per poi argomentare: “Ci sono chiaramente degli aspetti problematici legati alla Rete, all’uso che ne viene fatto. E ciò riguarda ogni medium, come tanta letteratura scientifica in materia ha sottolineato”. Alcune osservazioni riguardano poi i videogiochi, con un richiamo alla responsabilità degli adulti, e dice: “se un ragazzo viene lasciato solo per giornate intere davanti a uno schermo, di qualunque tipo esso sia; se un genitore non si accorge che il figlio non ha amici con cui condividere i giochi; se la solitudine genera frustrazione, paura e comportamenti antisociali, siamo tutti responsabili”. “Certo, oggigiorno ci troviamo ad assistere a un cambiamento mediale, culturale e sociale che ha già superato l’avvento dell’Homo Videns teorizzato da Giovanni Sartori”. Finora “l’uomo ha fronteggiato e rispecchiato il mondo reale; ora viene proiettato nella creazione di mondi virtuali”.
Ma in rete – è la domanda –, nei social c’è vero confronto? “Papa Francesco è ben lungi da un’accettazione acritica di tutto ciò che la comunicazione social implica. Soprattutto, rifiuta con decisione l’idea che questa possa bastare, che nel contatto e nella conversazione virtuale si possa esaurire l’interazione tra le persone. Chiede di fermarci a riflettere e di non rimandare mai il nostro stretto rapporto con la realtà, perché il Vangelo è fatto di realtà. Solo nello scambio continuo con il reale la velocità di un social può diventare mezzo di azione mirata e non di chiacchiera qualunquista”. Viganò puntualizza che per Francesco “non basta passare lungo le ‘strade’ digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero”.