Leggi le precedenti interviste a Tiziana Marchionni, Milena Bernardini, Barbara Tomassini, Paolo Piunti, Antonio Lera, Gianni Marcantoni, Giuseppe Palestini, Genti Tavanxhiu, Giuseppe Alesiani, Carla Civardi, Tanya del Bello e Giacomo Cagnetti
Questa settimana per la nostra rubrica abbiamo intervistato Gabriele Bagioni.
Gabriele come nasce la passione per la fotografia?
La mia passione per la fotografia, immagino sia nata alcuni decenni orsono, quando da piccolo sfogliavo gli album di famiglia di mia madre . C’erano anche foto di antenati che non erano più. Averli ancora lì, vicino a me, toccare con mano quelle foto sbiadite e a volte stropicciate , vedere i loro tratti somatici, forse ha fatto scoccare il mio amore per la foto, che ci fa rivivere il passato con una sensazione di quasi “immortalità”.
Perchè fotografiamo?
Forse è la nostra volontà di voler rappresentare il mondo per come lo vediamo? O forse il nostro voler fermare il tempo per ammortizzare l’ansia derivante dalla transitorietà del nostro passaggio terreno? Personalmente, anche da come scritto in precedenza, credo che l’input derivi più dalla seconda ipotesi , poi con il tempo credo che anche la prima si sia radicata nella mia volontà di scatto. La fotografia per me è l’estrapolazione visiva, il racconto della vita quotidiana e l’esternazione della creatività e della personalità a servizio di un progetto personale o su committenza . Creare , nel mio caso una foto , credo sia il bisogno istintivo di essere te stesso . In un certo senso la rappresentazione spirituale dell’essenza dell’uomo. Solo a lavoro ultimato , analizzi e trovi o cerchi di trovare spiegazioni. La mia intenzione quando posto una foto su FB o su blog fotografici specializzati è quella di trasmettere, agli occhi e di conseguenza alla mente di chi guarda , sensazioni positive. Devo trasmettere quello che provavo mentre scattavo.
Cosa direste a un giovane?
A un ragazzo che volesse avvicinarsi alla fotografia , direi che è probabilmente fra tutte le forme d’arte la più accessibile e la più gratificante. Puoi registrare persone o avvenimenti oppure narrare storie.
L’arte è fine a se stessa?
L’arte (la fotografia per me) è cultura ma non deve essere fine a se stessa, altrimenti perde molto del suo fine educativo. Uno dei più gravi errori dei nostri passati governi è stato quello di togliere dagli orari scolastici , fin dai primi anni di scuola , l’educazione artistica ( ma anche e non meno dannoso, l’educazione civica). Per quanto riguarda la “disattenzione” alle opere d’arte , credo sia sempre dovuto alla nostra classe politica , che punta molto di più alla green economy ( per quanto possibile) e molto meno ( quasi per niente) alla valorizzazione del patrimonio artistico ( per il nostro premier i musei sono solo “ macchine per fare soldi”.
Il tuo ricordo più bello?
Il mio ricordo più bello a livello fotografico amatoriale , è legato alla premiazione di una delle mie foto ad un concorso fotografico. Ricordo ancora con piacere il nome che avevo dato allo scatto : “Muffe Castellane “.
Altri interessi? Oltre all’ amore per la fotografia nutro un amore profondo per il mondo della tecnologia in generale e dell’informatica in particolare che mi affascina in tutte le sue espressioni.
Col senno di poi , sono nato con un paio di decenni in anticipo sulla nascita della fotografia digitale e dell’avvento dell’informatica nella vita di tutti i giorni ( anche in sede didattica), altrimenti il mio percorso professionale sarebbe stato molto diverso. Ad oggi mi limito a “ pulire” ed aggiustare PC , tablet e smartphone di amici e conoscenti . Ne ho sempre qualcuno in casa da “sistemare”.