VATICANO – “Il giornalismo non può diventare un’‘arma di distruzione’ di persone e addirittura di popoli. Né deve alimentare la paura davanti a cambiamenti o fenomeni come le migrazioni forzate dalla guerra o dalla fame”. È il richiamo di papa Francesco ai giornalisti, ricevuti ieri in udienza. “Rispettare la dignità umana – ha sottolineato – è importante in ogni professione, e in modo particolare nel giornalismo, perché anche dietro il semplice racconto di un avvenimento ci sono i sentimenti, le emozioni e, in definitiva, la vita delle persone”. Il papa ha ricordato che spesso ha parlato “delle chiacchiere come ‘terrorismo’, di come si può uccidere una persona con la lingua. Se questo vale per le persone singole, in famiglia o al lavoro, tanto più vale per i giornalisti, perché la loro voce può raggiungere tutti, e questa è un’arma molto potente”. Un articolo di giornale passa, “ma la vita di una persona ingiustamente diffamata può essere distrutta per sempre”. “Certo – ha aggiunto – la critica è legittima, così come la denuncia del male, ma questo deve sempre essere fatto rispettando l’altro, la sua vita, i suoi affetti”. L’auspicio, dunque, è che “il giornalismo sia uno strumento di costruzione, un propulsore di bene, un acceleratore di processi di riconciliazione; che sappia respingere la tentazione di fomentare lo scontro, con un linguaggio che soffia sul fuoco delle divisioni, e piuttosto favorisca la cultura dell’incontro”.
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