SIRIA

SIRIA – Si parla di bombe al fosforo lanciate nella notte su quartieri di Aleppo est, Bustan al Qasr e Kallasa, fuori dal controllo governativo. Lo riferiscono testimoni oculari e lo confermano le immagini trasmesse dall’Aleppo Media Center che mostrano alcuni quartieri illuminati a giorno dalle esplosioni di colore bianco prodotte dagli ordigni. Sono stati almeno 14 i raid condotti nella zona, assediata dalle forze lealiste e dalle milizie filo-iraniane da mesi nel mirino di raid russi e governativi siriani. E mentre sul terreno i combattimenti non conoscono tregua, la marina russa ha schierato anche la portaerei Kuznetsov, più sei navi da guerra nel Mediterraneo orientale.

Intanto a New York si è svolto oggi un nuovo faccia a faccia tra il segretario di stato americano, John Kerry, e il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, nel tentativo di trovare una strategia comune per il conflitto in Siria. L’argomento era stato al centro delle discussioni durante l’assemblea delle Nazioni Unite. Secondo quanto riferito da una nota del ministero degli Esteri russo, Mosca e Washington hanno negoziato un ultimo piano di cessate-il-fuoco.

La Russia accusa gli Usa di aver violato la precedente tregua, lo scorso sabato 17 settembre, con un raid della coalizione sotto comando statunitense che avrebbe ucciso 30 soldati siriani. Poco dopo è stato colpito anche un convoglio umanitario delle Nazioni Unite dove sono rimasti uccisi 20 operatori umanitari e sono stati distrutti 18 tir che portavano cibo per i civili sotto assedio nella provincia di Aleppo. “Occorre un’indagine seria e imparziale”, ha detto Lavrov al Consiglio di sicurezza.

E Kerry si giustifica affermando che “Sì, la coalizione ha colpito sabato, ma è stato un terribile incidente, lo abbiamo riconosciuto immediatamente”. Lo stesso Segretario di Stato ha incontrato, martedì notte, i partner del G7, a New York a margine dell’assemblea delle Nazioni Unite. Il summit, del tutto informale e rimasto riservato – spiega L’Osservatore Romano – si è tenuto nell’hotel Marriott East Side di New York.

La riunione si è chiusa senza una vera strategia, se non quella di fare pressioni su Mosca per far sì che Damasco interrompa le violenze. L’Onu ha comunque deciso ieri di far ripartire i convogli che trasportano cibo e medicine.

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