ZENIT
SIRIA – Almeno 93 persone sono rimaste uccise nei violenti bombardamenti ad Aleppo, nel secondo giorno di raid contro le zone est in mano ai ribelli che hanno rotto la già precaria tregua concordata nei giorni scorsi da Russia e Stati Uniti. La pioggia martellante di razzi e bombe – oltre 150 in 24 ore, secondo testimoni – ha colpito in particolare le strade del quartiere Bustan al-Qasr dove gli aerei hanno sganciato bombe incendiarie al fosforo, provocando decine di morti. Di quella che ormai era la seconda città della Siria rimane ben poco.
La tv panaraba Al Jazeera informa che le vittime sono in maggioranza bambini e adolescenti. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) riferisce che in un raid su Beshqati, ad ovest di Aleppo, sono stati uccisi 12 membri della stessa famiglia, tra i quali sei minorenni. Sul web sta circolando in questi giorni l’immagine shock di un neonato estratto dalle macerie.
Ad essere colpite anche strutture dei servizi di emergenza e rifugi sotterranei. Da parte sua, l’Unicef denuncia che circa 1,75 milioni di persone sono state lasciate senz’acqua, visto che i bombardamenti hanno impedito l’esecuzione dei lavori di riparazione della stazione idrica di Bab al-Nayrab, che forniva l’acqua a circa 250mila persone nelle zone orientali di Aleppo assediate dal regime di Damasco. Per ritorsione è stata chiusa la vicina stazione idrica Suleiman al-Halabi, che fornisce acqua ad oltre un milione di persone nella zona occidentale controllata dal regime di Damasco.
Intanto, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, circa 40 camion contenenti i diversi aiuti alimentari destinati alla popolazione di Aleppo est sono bloccati dalla scorsa settimana al confine turco siriano. L’Onu ha chiesto infatti alle autorità di Damasco di autorizzare le consegne, visto che gli alimenti scadranno lunedì.
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