In questi giorni è nelle librerie “Piero Gheddo, inviato speciale agli estremi confini della fede”, edito da Emi, con la prefazione del vaticanista Andrea Tornielli. È il libro voluto dalla direzione generale del Pime e ho obbedito con qualche resistenza, ma oggi mi accorgo che è un buon strumento di evangelizzazione.
L’ho scritto con l’aiuto dell’amico giornalista di Credere e di Avvenire, Gerolamo Fazzini. Quando rileggo i miei 87 anni, non solo ringrazio il Signore Gesù di avermi chiamato a seguirlo fin dalla più giovane età, ma mi stupisco di quante innumerevoli grazie mi ha fatto, ad esempio di entrare nel Pime, quando tutto si opponeva a questo, come ho scritto nel primo Capitolo.
Eppure il Pime era ed è proprio l’Istituto adatto per me e per valorizzare i doni che Dio mi ha dato. Ho 87 anni, ma il buon Dio mi mantiene lucidi la testa (la fede) e il cuore (il fuoco della passione per la missione alle genti) e mi dà anche tanta voglia di vivere. Posso ancora pregare, soffrire (la sofferenza, portata con Gesù, è la forma più alta della preghiera), scrivere e parlare.
Quand’ero giovane sacerdote (ordinato dal beato card. Schuster il 28 giugno 1953) dovevo partire per l’India, ma i Superiori decisero diversamente.
Così, la mia missione è stata e ancora è un giornalismo appassionato e militante. Migliaia gli articoli scritti per testate cattoliche e laiche; un centinaio i libri pubblicati (il primo è del 1956, quando nasceva l’Emi), moltissime conferenze e presenze a Radio Maria e in Radio e Televisioni.
Ringrazio il Signore che dal 2001 il fondatore e direttore degli “Amici di Lazzaro” di Torino, Paolo Botti, mi fa gratis il mio sito internet dove si trovano gran parte dei miei scritti, l’elenco dei libri, i viaggi, le foto, le notizie sulla Causa di beatificazione dei miei genitori, i Servi di Dio Rosetta e Giovanni Gheddo. Senza il materiale raccolto da questo sito, il racconto della mia vita sarebbe stato impossibile.
Nei miei viaggi di visita alle giovani Chiese missionarie sono stato in circa 80 Paesi extra-europei, spesso testimone in prima linea delle più terribili e tragiche pagine del Novecento, di cui scrivo in questo libro: la Rivoluzione culturale in Cina, la guerra in Vietnam e i profughi di Vietnam e Cambogia, l’apartheid in Sudafrica, le dittature militari in Sudamerica, la guerra civile in Angola, Mozambico e Sri Lanka, il genocidio in Ruanda, la guerra tribale in Uganda, la distruzione della Somalia, la fine del Cile socialista di Allende, l’eterna dittatura della Cuba di Fidel Castro, ecc.
Ma la mia missione era ed è un’altra. Partivo per visitare i missionari e le giovani Chiese e spesso mi dicevo: “Piero, tu stai vivendo gli Atti degli Apostoli”. Ho scoperto che il Vangelo produce sempre frutti buoni e lo Spirito Santo, là dove nasce la Chiesa, soffia dove e come Lui vuole. Ho riscoperto un mio “Servizio speciale” di “Mondo e Missione” del 1972 intitolato “Imparare dalle giovani Chiese”, a quel tempo molto contestato e discusso.
Pareva impossibile e anche assurdo che noi, cattolici da duemila anni e ricchi di tesori di studi biblici e teologici e di migliaia di Santi e Padri della Chiesa, dovessimo imparare qualcosa da quei cari e poveri cristianucci appena nati alla fede. Oggi, Papa Francesco viene da una “Chiesa missionaria” in tutti i sensi, poichè gran parte dei popoli latino-americani hanno avuto la prima evangelizzazione dai missionari europei e nord-americani dopo il 1900 e specialmente dopo il 1946.
Così noi comprendiamo molto meglio che dobbiamo imparare dalle giovani Chiese missionarie, dove lo Spirito ispira e realizza un cammino di riforma che ringiovanisce la Chiesa.
Questo dimostro con tantissimi esempi, che ho visto e studiato in India, Corea del Sud, Borneo, Bangladesh, Myanmar (Birmania), Thailandia, Guinea Bisssau, Congo Kinshasa, Mozambico e altri paesi d’Asia, Africa. America Latina e Oceania. Dedico anche parecchie pagine alla “Teologia della Liberazione”, che negli anni settanta e ottanta ho combattuto perchè spesso adottava l’ispirazione e l’azione marxista-rivoluzionaria per trasformare il mondo secondo giustizia. Ma racconto nel libro, sempre con esempi molto concreti, come questa Teologia, con l’azione dello Spirito, ha anche prodotto e produce buoni frutti.
Noi vediamo la storia dei popoli e la nostra storia personale con i nostri occhi umani, che ci portano al pessimismo. Dobbiamo vederla con gli occhi di Dio, cioè con la fede, che è fiducia nella Divina Provvidenza. Nei paesi non cristiani i credenti i Cristo sono spesso i perseguitati, gli incompresi, i disprezzati dal mondo. Ma Gesù ha detto: “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo”. Infatti le giovani Chiese cooperano alla salvezza della nostra Italia e alla riforma della Chiesa che lo Spirito Santo sta facendo con Papa Francesco.
Più passano gli anni e più divento ottimista per il futuro. Sono crollate o stanno crollando le ideologie atee (soprattutto nazismo, comunismo e maoismo) e visitando i paesi non cristiani ho visto e racconto questa realtà. Vedo gli sterminati popoli che devono ancora ricevere l’annunzio della «Buona Novella», ma vedo anche con chiarezza che Gesù Cristo col suo Vangelo è sempre più l’unica via di salvezza per tutti. Non nego affatto gli enormi problemi che ci turbano, ma noi non comprendiamo nulla della storia umana.
Vediamo tanti fatti, siamo sempre informati su tutto, ma non sappiamo giudicarli con il metro dell’eternità, cioè con il metro di Dio. L’ho spiegato nel Capitolo del libro sulla rinascita della Chiesa in Cina, dopo Mao che pensava di averla distrutta. Non è stato così! La fede autentica ci dice che la storia dell’umanità, come la nostra piccola storia personale e quella millenaria della Chiesa, sono nelle mani di Dio.
La mia esperienza di missionario-giornalista racconta questo. Ecco perché sono ottimista: perché mi fido di Dio, ho fiducia nella Provvidenza e vedo che la realtà dei fatti conferma quanto credo per fede.