DIOCESI – Col mese di settembre è iniziata un’altra tappa del nostro cammino. Ci affidiamo alla protezione di Madre Teresa proclamata santa dalla Chiesa lo scorso 4 settembre.
In maniera sintetica abbiamo cercato di delineare la meta e il percorso.
1. IL CROCIFISSO, I CROCIFISSI.
In questi anni abbiamo contemplato il Cristo Crocifisso. Come l’apostolo Tommaso ci è stato rivolto l’invito a toccare le sue ferite nella tanta gente che soffre. Non possiamo dire “Mio Signore e mio Dio”, cioè professare la fede, se chiudiamo gli occhi di fronte alla sofferenza di moltissimi fratelli e sorelle. Se è vero che negarsi alla relazione con i poveri, i malati, gli immigrati può permettere una vita più comoda, sicuramente non sarà evangelica e quindi felice (cfr EG 272). Coscienti che alla carità non sono chiamati solo alcuni, ma tutta la comunità cristiana, sarà nostro compito in questo nuovo anno promuovere nelle parrocchie una cultura della solidarietà e gesti di condivisione.
2. DAL COSTATO DI CRISTO CROCIFISSO:
LA CHIESA Il vescovo nelle indicazioni per l’anno pastorale 2016/17 ci chiede di mettere al centro il mistero della Chiesa, perseverante nell’ascolto della Parola, nella preghiera, nella frazione del pane e nella condivisione (Cfr Atti 2,42). Per questo ci invita a tornare alle fonti ed in particolare al libro degli Atti degli Apostoli. Soffermeremo la nostra attenzione sul V e VI capitolo per riflettere sulla vocazione di tutta la comunità cristiana al servizio. La chiesa è carità più che colei che fa la carità. Una carità di popolo, che va al di là del dare da bere o da mangiare – questo è valido per tutti – per riconoscere in chi ha sete o fame lo stesso Cristo. Ecco perché prima ancora di preoccuparci dei poveri è importante occuparci dell’animazione delle comunità cristiane, perché non si pensi ancora che la carità si possa delegare. Non si delega a nessuno: “non è il gingillo che qualcuno mette sulla giacca, ma la tuta che tutti sono chiamati ad indossare ogni giorno sporcandosi nel lavoro per gli altri” (Card. Francesco Montenegro presidente di Caritas italiana)
3. SENZA CARITA NON ESISTE LA CHIESA. Il servizio della carità è inseparabile dalle altre due responsabilità della Chiesa, la predicazione della Parola di Dio e la celebrazione dei Sacramenti. Se una parrocchia annuncia il Vangelo, celebra il Signore ma non vive la carità si può anche chiudere! L’obiettivo di questo anno pastorale sarà allora quello di promuovere le Caritas parrocchiali a partire dagli obiettivi proposti dal Vescovo: 1) la formazione del popolo di Dio. I poveri meritano l’annuncio del Vangelo e la competenza nel servizio. L’attitudine propria degli operatori pastorali è quella della solidarietà e non un atteggiamento di superiorità. Spesso ci si dimentica, infatti, che in fondo siamo tutti mendicanti e che anche i poveri hanno risorse da offrire.
Azioni:
➢ 31 ottobre 2016: S. Teresa di Calcutta, preghiera per gli operatori pastorali
➢ 28 novembre 2016 : incontro di formazione per operatori della carità
➢ 04 dicembre 2016: ritiro per tutti gli operatori Caritas
➢ 14 dicembre 2016: incontro formazione diocesano “conversione pastorale”
30 gennaio 2017 : incontro di formazione per operatori della carità
➢ 20-24 febbraio 2017: incontro nelle vicarie preparazione quaresima di carità
➢ 26 aprile 2017: incontro di formazione diocesano sulla pastorale familiare
➢ 22 maggio 2017 : incontro di formazione e di verifica 2) La sinodalità diffusa.
Anche alla Caritas occorre incoraggiare lo stile della collegialità e della corresponsabilità. Per questo motivo costituiremo un’equipe pastorale della Caritas diocesana, incontreremo per ascoltare le Caritas parrocchiali e i parroci, proporremo ai CPP e alla Caritas parrocchiali la revisione dello Statuto della Caritas Diocesana e parrocchiale;
Azioni ➢ mese di novembre: proposta di una bozza di statuto della Caritas parrocchiale e diocesana – revisione fino a marzo 2017.
➢ mese ottobre/maggio: visita ai parroci e Caritas parrocchiali
➢ incontri bimestrali segretari Caritas parrocchiali
3) Le collaborazioni pastorali.
La caritas diocesana può diventare spazio di incontro tra le diverse realtà parrocchiali e zonali per cui proporremo ancora ‘una domenica alla caritas”; individueremo possibili collaborazioni pastorali nelle zone e nelle vicarie (opere segno); incontreremo i referenti vicariali e le Caritas nelle vicarie.
Azioni ➢
Una domenica alla caritas : accoglienza gruppi
➢ Incontri referenti vicariali e nelle vicarie
➢ Individuazioni di ‘opere segno’