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Le antiche chiese in legno uniscono Slovacchia e Ucraina

Danka Jaceckova

Ci sono più di quaranta chiese di legno, la maggior parte cristiane di rito orientale, conservate con amore e rispetto in varie regioni della Slovacchia. Sono state costruite per lo più nella parte orientale del Paese, nel XVIII e XIX secolo, e ciascuna di esse è assolutamente unica e originale. Ciò che hanno in comune e che le rende preziose è il modo in cui sono state costruite: tutto il materiale utilizzato per la costruzione è infatti in legno, inclusi i chiodi. Otto di queste chiese, situate ai piedi del versante slovacco della catena dei Carpazi, sono state iscritte nella lista del Patrimonio mondiale Unesco. Altre quattro, ospitate dai piccoli villaggi di Tročany, Fricka, Prikra e Vysny Komarnik, sono state recentemente ricostruite nel quadro della collaborazione transfrontaliera tra la Slovacchia e l’Ucraina. Il progetto è intitolato “Tutela e preservazione del patrimonio comune”, con 11 organizzazioni coinvolte nel processo di restauro.

Le opere dell’uomo e quelle di Dio. “Possiamo guardare queste chiese da un punto di vista storico o architettonico e ammirarle, ma non dobbiamo dimenticare la vera ragione per cui sono state costruite: lodare Dio e mettere in luce la fede viva della popolazione locale. Molte chiese in legno sono ancora usate come luoghi di culto”, spiegano i promotori del progetto dell’arcidiocesi greco-cattolica di Presov. Una delle chiese recentemente restaurata, quella di San Lucas in Tročany, è stata costruita nel 1739. Mons. Jan Babjak, arcivescovo greco-cattolico di Presov, l’ha consacrata personalmente dopo il recente restauro, focalizzando la sua omelia sulla fede in Dio e la sua generosità “che dimostra anche sotto la forma di una benedizione per le persone che creano le grandi opere architettoniche, così come per coloro che si riuniscono al loro interno per pregare”.

“La chiesa è il luogo in cui possiamo ricevere il dono della fede e della fiducia in Dio che ci dà la forza di fare cose buone. Egli – ha affermato mons. Babjak – è il più generoso di tutti, precedendo le nostre opere con la sua misericordia”.

Miseria umana, fiducia in Dio. Tutte le chiese di legno hanno l’interno suddiviso in tre sezioni fondamentali: nartece, navata e santuario.

Un tipico elemento fondamentale della costruzione è l’iconostasi

che da un lato divide la navata e il santuario e, dall’altro, collega simbolicamente due mondi: la terra e il cielo. “In realtà si tratta di una ‘parete’ costituita da diverse file di icone visualizzate secondo l’esatto canone liturgico”, spiega il museologo Mikulas Jacecko. Secondo il sito ufficiale dell’Ong Petra, istituita dalla Chiesa greco-cattolica a Presov (www.drevenechramy.sk), le chiese in legno “riflettono perfettamente la fragilità e la miseria dell’uomo, ma d’altra parte riflettono anche la fiducia inscalfibile e incrollabile in Dio, che è spesso la nostra unica e ultima speranza nella vita”.

“Una bella eredità dei nostri padri”. Come spiegano gli storici, le persone che vivevano vicino al confine slovacco-ucraino due o trecento anni fa erano molto povere. Eppure, desideravano lodare il Signore quanto più potevano. Il legno era l’unico materiale disponibile a basso costo per la costruzione, e la popolazione locale non avrebbe potuto immaginare secoli fa che quello che sembrava un “difetto” si sarebbe trasformato in una caratteristica unica e preziosa nel nostro tempo.

“Possiamo essere orgogliosi del fatto che queste vere e proprie opere d’arte sono state create e conservate dai nostri antenati”.

Questi “monumenti storici e culturali meritano la nostra protezione e le nostre cure, affinché possiamo consegnarle come un dono e una bella eredità dei nostri padri alle prossime generazioni”, sostiene Mikulas Jacecko. Contestualmente al restauro delle chiese in legno originali, un altro progetto è in corso da diversi anni: la creazione di un museo a cielo aperto delle miniature in scala 1:10 di tutte le chiese in legno costruite in Slovacchia. È situato a Lutina e il progresso dei lavori può essere seguito sul sito www.miniskanzen.sk.

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