La gestione della crisi economica, dei flussi migratori e degli squilibri geopolitici che minacciano l’Europa ai confini orientali e meridionali, hanno rivelato una grave debolezza politica dell’Unione che dobbiamo affrontare con realismo e determinazione. In questo clima a me sembra necessario rifondare culturalmente e politicamente l’Unione ripartendo dalla nostra comune storia e identità, che è per prima cosa identità di sentimenti e di valori. I principi inscritti nel Trattato sull’Unione non sono frutto di un’opera creativa, ma esprimono il comune e assoluto ripudio per le guerre, le atrocità, le persecuzioni, le offese alla dignità umana che tutti gli europei avevano vissuto”. Lo dice il Presidente del Senato Pietro Grasso, intervenuto ieri al Convegno ”Stato di diritto e stato dei diritti”. “L’edificazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia e la compiuta realizzazione di una vera cittadinanza europea, comune a cinquecento milioni di persone – dice Grasso – non sono affatto responsabilità esclusiva degli esecutivi perché è nei Parlamenti che si garantisce in via prioritaria la conformità degli indirizzi politici e dell’azione dei governi ai bisogni e ai diritti delle persone, nella forma e nella sostanza”. Il dovere della memoria, continua Grasso, “ha così imposto moralmente di dichiarare in modo chiaro ed indiscutibile nel Trattato che “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle minoranze”. Su questa linea, il Trattato ha poi previsto “l’uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella struttura fondamentale, politica e costituzionale” e chiarito al tempo stesso che le società dei Paesi europei devono, pur nella diversità, essere caratterizzate dal pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà, la parità di genere. “Il primato del diritto e dei diritti – aggiunge il presidente del Senato – è dunque fondamento della costruzione europea: la legittimità dell’Unione non discende dal monopolio della forza ma dalla forza del diritto e dal primato dei diritti fondamentali. Guardando al presente della nostra Europa, io osservo uno scarto pericoloso fra l’operato della politica e i sentimenti delle persone. Mentre la costruzione europea è bloccata da interessi nazionali e particolari, i nostri cittadini, particolarmente i giovani, sentono di appartenere ad un’unica e vibrante società civile europea nella quale circolano liberamente idee, persone, diritti, beni. Un idem sentire che si è manifestato con forza nella reazione ferma e commossa di tutti gli europei di fronte agli attentati che hanno colpito alcuni dei nostri fratelli, una solidarietà che viene dall’istinto di difesa della nostra comune civiltà di fronte alla barbarie della violenza e dell’odio. Io sono convinto che tutti gli europei, anche coloro che spinti dalla paura per le gravi crisi del nostro tempo si avvicinano ai movimenti antieuropei e nazionalisti, abbiano interiorizzato inconsapevolmente e profondamente l’idea che l’Europa sia per prima cosa fonte di diritti e di garanzie”. “Ai giovani che mi chiedono ”dov’è l’Europa?” – risponde Grasso – io dico sempre che l’Europa è nella libertà di cui godono, è nelle grandi battaglie per la pace e i diritti ma è anche nella vita di ogni giorno, nei livelli di sicurezza e di tutela che viviamo da consumatori, lavoratori, cittadini: livelli che non hanno precedenti nella storia mondiale o eguali altrove nel globo. Per queste ragioni guardo con interesse e apprezzamento all’esercizio di dialogo in cui siete tutti impegnati con l’obiettivo di tenere annualmente un dibattito al Consiglio Affari Generali dell’Unione per analizzare le tendenze e il rispetto dei principi dello Stato di diritto negli ordinamenti nazionali. Credo che sarebbe uno strumento utilissimo a rafforzare la fiducia reciproca e ad assicurare piena fedeltà alla lettera e allo spirito dei Trattati”. Fra le tante possibili declinazioni del tema dei diritti e dello Stato di diritto, “vorrei proporre qualche riflessione a proposito di due settori specifici. Il primo è quello della lotta alla criminalita”. Il secondo settore che incide anch’esso in modo rilevante sui diritti fondamentali – termina Grasso – è quello dell’asilo e dell’immigrazione”.