“E’ stata per me una sorpresa che mi ha un po’ sconvolto, arrivata inattesa. Non ci credevo. Poi a poco a poco mi sono reso conto”. È ancora emozionato, monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, mentre racconta al Sir della sua creazione a cardinale nel prossimo Concistoro che si terrà sabato 19 novembre, alla vigilia della chiusura della Porta Santa della Misericordia. L’annuncio è stato dato ieri da Papa Francesco durante l’Angelus e il nome di mons. Zenari è stato il primo ad essere pronunciato dal Pontefice. Tredici nuovi Cardinali dei cinque Continenti di 11 nazioni per esprimere, ha detto Papa Francesco, “l’universalità della Chiesa che annuncia e testimonia la Buona Novella della Misericordia di Dio in ogni angolo della terra”.
Eminenza, qual è il significato profondo della sua nomina?
Un bel gesto del Papa, un segno di predilezione verso l’amata e martoriata Siria, alle vittime di questo conflitto.
Una porpora rossa come il sangue innocente versato in Siria, soprattutto il sangue di migliaia di migliaia di bambini. Questa porpora va a loro.
Nel dare l’annuncio Papa Francesco ha aggiunto anche che rimarrà Nunzio Apostolico nell’amata e martoriata Siria. L’azione diplomatica della Santa Sede acquisterà ancora più intensità?
Come dicevo si tratta di
un gesto di amore per la popolazione martoriata siriana ma è anche un gesto di appoggio alla diplomazia. È noto che la Santa Sede ha sempre mantenuto le relazioni diplomatiche durante questo tempo e adesso, aggiungendo al suo ambasciatore anche la dignità cardinalizia, dona valore ulteriore a questa presenza e agli sforzi diplomatici tesi a risolvere la crisi.
Mi sento incoraggiato nel mio servizio.
Il Pontefice ha creato 13 nuovi cardinali, molti da terre di missione, dalle periferie del mondo. Come la Siria devastata dalla guerra in corso con centinaia di migliaia di morti…
La Siria può essere considerata da un verso una periferia ma dall’altro questo Paese così martoriato è al centro dei pensieri del Papa, nella predilezione del suo cuore. Centro, non periferia. Come tutti i Paesi martoriati.
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, ha detto che la parte Est di Aleppo potrebbe essere distrutta se Mosca e Damasco non fermeranno i bombardamenti. A rendere più drammatico lo stallo negoziale è stato il veto posto dalla Russia in Consiglio di Sicurezza Onu, l’8 ottobre, alla bozza di risoluzione francese che chiedeva l’attuazione immediata del cessate il fuoco e lo stop ai bombardamenti aerei ad Aleppo, in Siria.
Le previsioni di Staffan De Mistura circa il rischio che la parte Est di Aleppo venga distrutta dalle bombe di Russia e Assad, purtroppo, non si possono negare. Appena una settimana fa il sottosegretario delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, Stephen O’Brien, parlando di Aleppo Est diceva che ‘Aleppo Est è l’inferno sulla terra’. Credo che sia vero.
A proposito di Nazioni Unite, Antonio Guterres è il nuovo Segretario generale. Una nuova guida per l’Onu che dovrà cercare di trovare soluzione al conflitto siriano…
Faccio al nuovo Segretario i miei migliori auguri e voglio sperare che le trattative, anche grazie alla sua esperienza, possano trovare qualche via nuova, degli spiragli di soluzione diplomatica e pacifica.
C’è qualcosa che vuole dire alla comunità cristiana siriana?
Questa porpora è anche per i cristiani siriani. Il Papa dice loro, ‘non sentitevi abbandonati’.
La Chiesa continua a mantenere la sua attenzione e cura verso queste comunità anche attraverso gesti come questi. Ai cristiani siriani dico: sentitevi vicino a Papa Francesco.