Con una recente ordinanza, la “Pakistan Electronic Media Regulatory Authority”, ente del governo pakistano, ha dichiarato illegali 11 canali televisivi cristiani che trasmettono in Pakistan in lingua urdu. Tra queste anche Catholic Tv, rete cattolica diocesana di Lahore, da 17 anni prima ed unica televisione cattolica in tutta la nazione. La Tv, finanziata dai fedeli locali, diffondeva film di ispirazione cristiana, documentari sulle attività della Chiesa locale, talk shows, interviste e varie pratiche di pietà. Il tutto veniva trasmesso dalla parrocchia di san Francesco di Lahore entro un raggio di 10 km, a beneficio di circa 8mila famiglie cattoliche. La piccola emittente finora ha rappresentato anche una fonte di reddito per 11 componenti dello staff. Un canale che Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) stava sostenendo con uno specifico progetto biennale. A sostenere le ragioni della tv è oggi padre Morris Jalal, fondatore e managing director di Catholic Tv che a Acs racconta quanto “la comunità cattolica, e più in generale cristiana, sia amareggiata” per questa decisione. “In quanto cittadini come gli altri, i cristiani hanno il diritto di praticare la propria religione, ma se vengono bloccati allora non sono più cittadini uguali agli altri. Noi, insieme alle altre emittenti, dobbiamo chiudere. E quando si impedisce l’espressione della fede, che è un diritto fondamentale, allora c’è persecuzione”. “Dobbiamo protestare contro questa decisione – aggiunge il sacerdote – speriamo lo faccia anche l’Occidente. In secondo luogo dobbiamo preparare cd e dvd, e usare i social media. Stiamo usando di più i social media, ma non possiamo fare a meno di una emittente televisiva, perché molte famiglie nelle zone rurali sono povere e prive di istruzione, e non dispongono degli strumenti per usare i social”.
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