“Fare il bene con umiltà”: è questo imperativo l’antidoto alla “religione del maquillage”, che consiste nell’apparire, nel “fare finta”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa a Santa Marta, celebrata ieri nella memoria di san Giovanni XXIII. La libertà cristiana viene da Gesù, “non dalle nostre opere”, ha ammonito Francesco, stigmatizzando l’atteggiamento dei farisei, dei dottori della legge, a cui Gesù ripete più volte nel Vangelo: “Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Il vostro interno è cattivo, non è giusto, non è libero.
Siete schiavi perché non avete accettato la giustizia che viene da Dio, la giustizia che ci ha dato Gesù’”. In un altro passo del Vangelo, ha proseguito il Papa, Gesù chiede di pregare senza farsi vedere, senza apparire. Alcuni, ha notato, avevano “le facce toste”, “non avevano vergogna”: pregavano e facevano l’elemosina per farsi ammirare. Il Signore, invece, indica la strada dell’umiltà, ha spiegato il Papa: “Quella libertà interna, quella libertà che si fa il bene di nascosto, senza far suonare la tromba perché la strada della vera religione è la stessa strada di Gesù: l’umiltà, l’umiliazione. E Gesù, Paolo lo dice ai Filippesi, umiliò se stesso, svuotò se stesso. E’ l’unica strada per togliere da noi l’egoismo, la cupidigia, la superbia, la vanità, la mondanità. Al contrario questa gente che Gesù rimprovera è gente che segue la religione del maquillage: l’apparenza, l’apparire, fare finta di sembrare ma dentro… Gesù usa per questa gente un’immagine molto forte: ‘Voi siete sepolcri imbiancati, belli al di fuori ma dentro pieni di ossa di morti e marciume’”. “Chiediamo al Signore di non stancarci di andare su questa strada, di non stancarci di respingere questa religione dell’apparire, del sembrare, del fare finta di”, ha concluso Francesco.