Di Carlo Gentili
Leggi le precedenti interviste a Tiziana Marchionni, Milena Bernardini, Barbara Tomassini, Paolo Piunti, Antonio Lera, Gianni Marcantoni, Giuseppe Palestini, Genti Tavanxhiu, Giuseppe Alesiani, Carla Civardi, Tanya del Bello, Giacomo Cagnetti e Gabriele Baglioni
Giuseppe Straccia è uno scultore tra i piu’ prolifici del Piceno, un artista sempre in crescita che si caratterizza per i suoi volti mitologici, i folletti dei boschi, le Sfingi, le Sirene, i mascheroni e tanta fantasia cangiante e sorprendente.
Quando hai iniziato a scolpire?
Ho iniziato circa 25 anni fa. Le prime sculture sono state realizzate su pietra arenaria che andavo a reperire personalmente sul greto del fiume Tronto, all’altezza di Pagliare. Realizzavo principalmente volti di donna, sirene, uomini con barba, animali mitologici, folletti del bosco, uccelli tipo aironi o fenicotteri. Successivamente ho iniziato a collocare le sculture negli esterni del ristorante “Kontatto” di Pagliare, dove attualmente, solo sul muro di recinzione ne figurano circa 120, mentre all’interno del locale ce ne sono oltre 400 tra gatti, uccelli dal collo lungo e volti stilizzati.
Le sculture piu’ strane che hai realizzato?
Ho realizzato delle sculture di cioccolato a Perugia. Insieme allo scultore Emidio Sturba, ci convocò Eugenio Guarducci, patron di Eurochocolate per realizzare un grande fiore utilizzando 38 quintali di cioccolato per un diametro complessivo di 3 metri. Abbiamo lavorato 10 giorni ospitati nell’Hotel Etrusco. Mi ricordo, che all’interno dei locali c’era una bellissima immagine di una figura mitologica. Mi rimase talmente impressa che quando tornai a casa ne realizzai una simile tipo fontana su un blocco di travertino. Successivamente è stata posizionata in piazza Marini di Pagliare, vicino al monumento ed alla sede Avis locale.
Altre sculture di cioccolato a L’Aquila….
Dopo l’esperienza di Perugia, siamo stati invitati a L’Aquila. Su un blocco di cioccolato di 25 quintali, sempre insieme allo scultore Sturba, abbiamo realizzato un’aquila, stemma della città. Erano proprio gli anni del terremoto. L’anno successivo mi recai da solo a Perugia e in questo caso realizzai una grande pantera sempre in cioccolato. Mi ricordo che nonostante la pioggia incessante, c’era tantissima gente incuriosita ad osservare la scultura.
Parlaci del tuo rapporto con Scultura Viva
Nel 2007 mi convocarono ufficialmente per la prima volta e realizzai la prima opera: era un “Cristoforo Colombo” stilizzato con una sua caravella sullo sfondo. Da quel primo anno ho sempre operato nel Museo del mare ideato da Nicola Cocchiaro realizzando foche, sirene, pescatori, Pinocchio e la balena. Insomma, una decina di scultura ancora oggi visibili lungo il molo di San Benedetto del Tronto. Ma la vera novità è il Presepe sommerso, ad un livello di circa un metro sotto al livello del mare. Nelle giornate limpide o in occasione di bassa marea, le sculture si vedono perfettamente: si tratta di un San Giuseppe, della Madonna e del Bambino, realizzati in un blocco unico di 15 quintali. Negli anni successivi, sempre per il Presepe sommerso, ho realizzato il bue, in un blocco di 20 quintali, l’asinello e poi, sopra il livello dell’acqua, una donna in attesa, un pescatore, il funaio e il bimbo con il delfino.
Quante sculture avrai realizzato fino ad oggi?
Credo di aver realizzato circa 700/800 sculture: alcune sono posizionate all’Oasi La Valle di Pagliare del Tronto. Sempre nei pressi dell’Oasi c’è “La Sfinge a tre teste”, un blocco di travertino di 100 quintali ancora da ultimare e che, probabilmente, una volta terminata verrà posizionata vicino alla rotonda della suprestrada.
L’opera piu’ grande che hai realizzato? Prossimi progetti in cantiere?L’o
pera piu’ grande che ho realizzato è un San Paolo per l’omonima Chiesa di Pagliare del Tronto. E’ alto complessivamente 4 metri e raffigura il Santo con la spada e il vangelo in mano. Attorno ci sono figure di santi e volti dei fedeli. Un altro progetto è “Il Mago della vespa” in marmo di Carrara nella rotonda dedicata alla vespa nella zona artigianale di Pagliare del Tronto. Una scultura di un paio di metri.
Per quanto riguarda i progetti futuri, prossimamente mi recherò in una baita nella zona di Arquata del Tronto per realizzare una scultura su pietra. Mi è stata richiesta una figura femminile, tipo Sirena, da realizzare su uno scoglio di roccia nei pressi della baita stessa. Inseriro’ nella scultura anche delle figure mitologiche tipo folletti del bosco, che si integrano molto bene con i temi che tratto. Da tempo, infatti, realizzo figure arcaiche, maghi, volti antichi dalle lunghe barbe, folletti e nani dei boschi spesso nei pressi di una Sirena o di una figura allungata di una donna.
Ultimi lavori…?
Ora, insieme a Donato Gentili, abbiamo realizzato “La madre dell’ulivo” per l’Oleificio Silvestri Rosina di Pagliare del Tronto. Si tratta di un bel blocco di travertino di 18 quintali alto circa 2 metri e 20 centimetri. Rappresenta l’immagine di una donna che esce dal tronco dell’ulivo. Sembra una sorta di divinità regale, di dea antica attorniata da un mago e da due figure mitologiche che rappresentano dei folletti del bosco nascosti tra le radici dell’ulivo. Sono affascinato dalla mitologia, dai documentari sulle storie antiche, dall’arte greca e romana, dalle civiltà del passato e cerco di crearle attraverso la pietra.
L’opera piu’ originale che hai realizzato?
La opera più originale e’ stata scavata nella terra argillosa nel locale “kontatto” di Pagliare. All’interno del locale c’era un piccolo spazio sotterraneo in terra argillosa: uno spazio lungo circa metro e mezzo e largo un metro e mezzo e utilizzato precedentemente come “grotticella frigorifero” per conservare le carni , il vino e le verdure in estate. In sei mesi di lavoro- nel 1980- ho scavato nel terreno realizzando delle sculture interne. La notte lavoravo e il giorno portavo fuori la terra. Tra sculture scavate nella Terra argillosa ed altre esposte all interno dello spazio, ormai se ne contano oltre 60
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