OBAMA USA

ZENIT

USA – I leader delle principali religioni e confessioni religiose presenti negli Stati Uniti (cattolici, ebrei, musulmani, hindu, baha’i, mormoni, evangelici) hanno inviato una lettera congiunta al presidente Barack Obama ed al Congresso, per protestare contro il rapporto della Commissione sui diritti civili. Tale documento infatti – spiega l’agenzia Sir – afferma che “le organizzazioni religiose usano il pretesto della dottrina religiosa per discriminare”.

La lettera, che porta la data del 7 ottobre ma è stata resa nota giovedì dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti, contesta alcune affermazioni contenute nel report, in particolare il paragrafo in cui si insinua che le definizioni “religious liberty”  e  “religious freedom” (riferite alla libertà di religione) sono termini “ipocriti” che nascondono “parole in codice” usate a fini di “discriminazione, intolleranza, razzismo, sessismo, omofobia, islamofobia, supremazia cristiana o ogni altra forma di intolleranza”.

“Comprendiamo che le persone di buona volontà possano non essere d’accordo a proposito della relazione tra libertà religiosa e leggi nazionali contro le discriminazioni – si legge nella lettera – e che questo tipo di relazione debba essere strutturato meglio. Sono questioni che hanno a che fare con argomenti sensibili che riguardano il bene comune, come il matrimonio, la famiglia, la contraccezione, l’aborto”.

I leader di tutte le religioni – tra cui, l’arcivescovo William E. Lori, presidente del Comitato per la libertà religiosa della Conferenza episcopale Usa ed il vescovo Gregory J. Mansour, dell’Eparchia di Saint Maron di Brooklyn – chiedono che “nessun cittadino americano o istituzione sia etichettato dal proprio governo come bigotto a causa delle proprie opinioni religiose, ed emarginato dalla vita politica delle nazione per queste opinioni”.

“Siamo tutti contro la retorica e le azioni dell’odio. Crediamo all’uguaglianza di tutti gli americani davanti alla legge – sottolineano – a prescindere dal credo religioso o dalla comunità. Ma siamo anche determinati e impavidi nel dire la verità su ciò in cui crediamo da millenni. Un rispettoso dibattito sulle idee non è qualcosa di pericoloso da demonizzare. Piuttosto, il dibattito è una cosa buona per la nostra democrazia e dovrebbe essere incoraggiato”.

“Calunniare idee ed argomenti sui quali si è in disaccordo come ‘razzismo’ o ‘fobia’ – sottolineano –  svilisce il significato di quelle parole”. I firmatari della lettera concludono chiedendo di “rinunciare pubblicamente alla pretesa” del rapporto, che definisce i termini relativi alla libertà religiosa come “parole in codice” o “pretesto” per varie forme di discriminazione.

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