“Siamo nelle ultime settimane dell’anno giubilare, dell’anno della misericordia, ed è significativo che proprio in chiusura il Papa ponga attenzione al mondo delle carceri e quello dei senza fissa dimora. All’interno di questo, ben vengano le iniziative che portano l’attenzione su questi temi”, così don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, in un intervento a Radio Carcere dove il tema era la IV “Marcia per l’amnistia, la giustizia, la libertà”. “L’augurio – ha proseguito don Maffeis -, e voglio metterci anche l’impegno, è che ci sia una accoglienza delle istanze portate avanti proprio per superare il degrado in cui i detenuti, ma non solo i detenuti, penso agli agenti, ai volontari, agli educatori, oggi si muovono”. Durante il suo intervento telefonico, il direttore dell’ufficio comunicazioni Cei ha ricordato che “ci si confronta con un mondo – quello delle carceri – per certi versi invisibile, eppure si tratta di una realtà pesante: penso alla lunga lista di suicidi che avvengono nelle prigioni, a queste vite spezzate, penso alle persone fragili che sono detenute per reati minori. Spesso in questi luoghi manca una rete di appoggio, spesso offerta dai volontari o da una certa parte di umanità di chi opera dentro, come i nostri cappellani”. “Intorno a certi temi, possiamo dire scomodi, come l’attenzione verso l’ultimo che abbiamo reso ultimo, o perché per situazioni della vita si è reso ultimo – ha concluso don Ivan Maffeis -, c’è una capacità di chiusura, una capacità di silenziare anche la parola più alta come quella del Papa”.
0 commenti