“Si deve fare molto di più perché il fenomeno è molto grave: è un fenomeno mondiale, oltre ché rescritto nei territori italiani”. E’ quanto dichiara don Fortunato Di Noto – il sacerdote fondatore e presidentedell’Associazione Meter Onlus, che porta avanti da 25 anni assieme ai suoi volontari ed ai colleghi dell’Osservatorio, rinnovato di recente – mentre prendono il via i lavori dell’Osservatorio Nazionale contro la pedofilia e pedopornografia. Nei mesi scorsi non erano mancate le polemiche per la mancata inclusione di Meter al suo interno, polemiche poi superate grazie all’intervento del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. “L’Osservatorio – dice don Di Noto a Radio Vaticana – ha l’intenzione di coordinare le migliori forze in campo italiano, in accordo poi con l’Europa, per favorire o migliorare le leggi, per creare – dato che ancora oggi è molto vago – la banca dati della raccolta dei dati per quanto riguarda gli abusi e la pedofilia e la pedopornografia”. “E poi – aggiunge – ci sono tutte le azioni in accordo europeo che permetterebbero un programma nazionale che incida molto nella prevenzione, perché la prevenzione è di fondamentale importanza: nelle scuole, nella possibilità di incontrare gli studenti, nelle famiglie”. Come lavorare? Per Di Noto, “se non c’è una capacità e una volontà di lavorare insieme, già l’azione di lotta alla pedofilia è una lotta perdente. Guai a pensare che ognuno possa fare da sé”. I numeri del fenomeno, infatti, dicono che “è necessaria una maggiore collaborazione anche tra istituzioni e istituzioni e tra istituzioni e società civile”. “Se non si pensa che il fenomeno della pedofilia e della pedopornografia sia un fenomeno mondiale – ammonisce Di Noto – l’italiano che commette questo tipo di reato può commetterlo anche all’estero: senza la collaborazione per avere i dati necessari per individuarlo e di conseguenza contrastare il fenomeno, l’Italia potrebbe fare poco”.
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