Santa MartaUmiltà, dolcezza, magnanimità: sono i tre pilastri per costruire l’unità nella Chiesa. Lo ha ricordato ieri mattina papa Francesco, nell’omelia della Messa a Santa Marta, partendo dal saluto di Gesù “Pace a voi”, che “crea un vincolo”, un vincolo di pace. “Lo spirito del male – ha ricordato – semina guerre, sempre. Gelosie, invidie, lotte, chiacchiere… sono cose che distruggono la pace e pertanto non può essere l’unità. E come è il comportamento di un cristiano per l’unità, per trovare questa unità? Paolo dice chiaramente: ‘Comportatevi in maniera degna, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità’”. Primo, quindi, l’umiltà, perché “senza umiltà non c’è pace e senza pace non c’è unità”. In secondo luogo il Papa ha constatato che abbiamo ormai “dimenticato la capacità di parlare con dolcezza”: si sgrida o si sparla, mentre la dolcezza “ha un nocciolo che è la capacità di sopportare gli uni gli altri”. Terzo la magnanimità, ossia avere un “cuore grande, cuore largo che ha capacità per tutti e non condanna, non si rimpiccolisce nelle piccolezze”. “E questo fa il vincolo della pace, questo è il modo degno di comportarci per fare il vincolo della pace che è creatore di unità. Creatore di unità è lo Spirito Santo, ma favorisce, prepara la creazione dell’unità”.
Il Papa ha così invitato tutti a riprendere il capitolo XIII della Lettera ai Corinzi che ci “insegna come fare lo spazio allo Spirito, con quali atteggiamenti nostri perché Lui faccia l’unità”. “Il mistero della Chiesa è il mistero del Corpo di Cristo: ‘Una sola fede, un solo Battesimo’, ‘un solo Dio Padre di tutti che è al di sopra di tutti’, opera ‘per mezzo di tutti ed è presente in tutti’: questa è l’unità che Gesù ha chiesto al Padre per noi e che noi dobbiamo aiutare a fare” con “il vincolo della pace”, il quale “cresce con l’umiltà, con la dolcezza, con il sopportarsi l’uno con l’altro, e con la magnanimità”.

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