Nella Sala degli Specchi di Confindustria, operatori delle varie discipline e professioni sanitarie e assistenti sociali ma anche famiglie: oltre 120 i partecipanti che per circa sei ore hanno vissuto intensamente un’esperienza che è andata al di là di un comune aggiornamento professionale in quanto ha proposto un modello innovativo per il “benessere” dei minori adottati, di altre etnie, migranti, vittime di violenze …… , insomma di tutti quei figli che portano in sé ferite profonde.
Un modello che si propone di coniugare gli aspetti strettamente clinici con quelli relazionali attraverso la creazione di una rete virtuosa e “collaborante” tra professionisti, istituzioni e famiglie. In sintesi “insieme si può” e “insieme è meglio”.
Si è trattato quindi di un convegno, seguito anche in diretta streaming da operatori e famiglie in vari punti di ascolto sul territorio nazionale, di alto valore dal punto di vista professionale ma anche dalla forte impronta sociale: il “prendersi cura” è una categoria che appartiene sì al mondo della salute ma è anche il fondamento imprescindibile per l’affermazione di una cultura dell’accoglienza e della gratuità.