“È terribile che per giustificare tali barbarie sia a volte invocato il nome di una religione o di Dio stesso. Siano condannati in modo chiaro questi atteggiamenti iniqui, che profanano il nome di Dio e inquinano la ricerca religiosa dell’uomo”. Lo ha detto ieri mattina papa Francesco incontrando in Sala Clementina i rappresentanti di diverse religioni per un’udienza interreligiosa nell’ambito del Giubileo della misericordia. Il Papa ha pronunciato un discorso lungo che si è concluso con un appello rivolto ai leader religiosi presenti: “Siano rigettate le strade senza meta della contrapposizione e della chiusura. Non accada più che le religioni, a causa del comportamento di alcuni loro seguaci, trasmettano un messaggio stonato, dissonante da quello della misericordia. Purtroppo, non passa giorno che non si senta parlare di violenze, conflitti, rapimenti, attacchi terroristici, vittime e distruzioni”. “Siano invece favoriti, ovunque, l’incontro pacifico tra i credenti e una reale libertà religiosa. In questo la nostra responsabilità di fronte a Dio, all’umanità e all’avvenire è grande e richiede ogni sforzo, senza alcun infingimento. È una chiamata che ci coinvolge, un cammino da percorrere insieme per il bene di tutti, con speranza. Siano le religioni grembi di vita, che portino la tenerezza misericordiosa di Dio all’umanità ferita e bisognosa; siano porte di speranza, che aiutino a varcare i muri eretti dall’orgoglio e dalla paura”. L’udienza si è svolta a pochi giorni dalla conclusione del Giubileo della misericordia. E ai leader religiosi il Papa ha indicato lo “stile” che la Chiesa desidera assumere, “uno stile misericordioso – ha detto – fatto di amore disinteressato, servizio fraterno, condivisione sincera”. Ed ha aggiunto: “È lo stile a cui sono chiamate pure le religioni per essere, particolarmente in questo nostro tempo, messaggere di pace e artefici di comunione; per proclamare, diversamente da chi alimenta scontri, divisioni e chiusure, che oggi è tempo di fraternità”.