La prima richiesta è che “lo sviluppo del negoziato sia incorporato in un orizzonte esplicito di riconciliazione”. La seconda richiesta è che l’incorporazione dell’accordo al blocco costituzionale dev’essere solidamente blindata. Ancora, “la Chiesa comprende la necessità di una giustizia transazionale vista come giustizia speciale, però pensa che ci debba essere in qualche modo un collegamento alla giustizia ordinaria”. Come quarto punto, viene chiarito che le Farc sono state invitate “ad intendere che accettare il risultato delle urne porta al rafforzamento della democrazia e delle istituzioni”. La Chiesa, inoltre, invita a comprendere l’importanza della famiglia e del reinserimento sociale dei minori che sono stati in guerra. Tale reinserimento deve avvenire “in modo serio e responsabile”. Infine, l’Episcopato invita a dare alle vittime la giusta riparazione.
Durante la conferenza stampa i vescovi hanno spiegato che con le Farc si è parlato dell’opera di riconciliazione e pace realizzata dai sacerdoti nei territori del gruppo guerrigliero. Inoltre hanno reso noto che lo scorso 3 novembre i rappresentanti del Governo hanno spiegato in arcivescovado a una delegazione della Cec, presieduta dal cardinale Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Bogotá, l’andamento delle trattative con il fronte del no. Per i vescovi esiste ora una base ampia di proposte per far avanzare la trattativa. “Ci sono posizioni di maggiore vicinanza e altre dove bisognerà mostrare grandezza d’animo”, ha commentato mons. Múnera Correa.