Non ha avuto effetti concreti la tregua ad Aleppo, annunciata dall’esercito siriano e dalle forze militari russe per la giornata di venerdì 4 novembre con la motivazione di consentire ai civili dei quartieri orientali – in mano ai miliziani anti-Assad – di uscire dalle aree assediate. Lo conferma all’agenzia Fides, l’arcivescovo maronita Joseph Tobij, alla guida dell’arcieparchia maronita della città martire siriana, che riferisce: “Alcuni civili volevano uscire, ma hanno sparato su di loro e così il loro desiderio non si è potuto realizzare”.
Il presule racconta che l’offensiva lanciata nell’ultima settimana dai ribelli e delle milizie jihadiste contro i quartieri controllati dall’esercito siriano ha provocato quasi 90 morti. “Lanci di mortaio a tutto spiano hanno colpito anche scuole”, ha detto. “Gli abitanti sono di nuovo terrorizzati. Quelli che abitano nelle zone di Hamadaniye e ad Halab al Jadida hanno lasciato le proprie abitazioni. Gli ultimi attacchi hanno costretto migliaia di famiglie a sfollare verso aree più sicure”.
Intanto, sempre in Siria ma a Raqqa, è in corso un’offensiva contro il sedicente Stato islamico. Le forze democratiche siriane con il sostegno delle milizie curde dell’Ypg hanno annunciato l’inizio di un’azione militare su quella che è considerata la ‘capitale’ dell’Isis. Già nelle scorse settimane, l’alleanza arabo-curda, che agirà in coordinamento con la coalizione internazionale a guida Usa, aveva strappato diverse città nel Nord del Paese dalle mani dei miliziani.