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Papa Francesco: “Troppi falsi messia oggi, ma Dio non ci abbandona mai”

Zenit di Luca Marcolivio

Quando Gesù parlò della distruzione del Tempio (cfr. Lc 21,5-19), pronunciò parole che, indubbiamente, fecero “effetto” sui discepoli. “Lui però non vuole offendere il tempio, ma far capire, a loro e anche a noi oggi, che le costruzioni umane, anche le più sacre, sono passeggere e non bisogna riporre in esse la nostra sicurezza”. Lo ha detto papa Francesco durante l’Angelus di ieri, a conclusione della messa in San Pietro per il Giubileo delle persone escluse.

Il Pontefice ha messo in guarda dalle tante “presunte certezze” che “nella nostra vita pensavamo fossero definitive e poi si sono rivelate effimere”, laddove, per contro, tante volte, molti “problemi ci sembravano senza uscita e poi sono stati superati”.

Il Vangelo di oggi si sofferma su “chi specula sul bisogno umano di sicurezze” e sulla critica di Gesù ai “falsi messia”, anche oggi diffusi, con l’esortazione a “non farsi terrorizzare e disorientare da guerre, rivoluzioni e calamità, perché anch’esse fanno parte della realtà di questo mondo”.

Al tempo stesso, ha osservato il Santo Padre, “la storia della Chiesa è ricca di esempi di persone che hanno sostenuto tribolazioni e sofferenze terribili con serenità, perché avevano la consapevolezza di essere saldamente nelle mani di Dio”. Ciò ci dà la certezza che “Dio è un Padre fedele” e “non ci abbandona mai”, dandoci la speranza e la forza di “costruire un mondo migliore, nonostante le difficoltà e gli avvenimenti tristi che segnano l’esistenza personale e collettiva”.

Nel giorno in cui le cattedrali e i santuari del mondo chiudono le loro Porte Sante, il Papa ha ricordato la finalità dell’Anno Santo, che “ci ha sollecitati, da una parte, a tenere fisso lo sguardo verso il compimento del Regno di Dio e, dall’altra, a costruire il futuro su questa terra, lavorando per evangelizzare il presente, così da farne un tempo di salvezza per tutti”.

Gesù ci offre “la certezza che Dio conduce la nostra storia e conosce il fine ultimo delle cose e degli eventi”, mentre, “sotto lo sguardo misericordioso del Signore si dipana la storia nel suo fluire incerto e nel suo intreccio di bene e di male”, pertanto “la nostra vita non si può perdere perché è nelle sue mani”.

Dopo la recita della preghiera mariana, Francesco ha ricordato l’avvenuto restauro del più antico crocifisso ligneo della Basilica di San Pietro, risalente al quattordicesimo secolo, che “dopo un laborioso restauro è stato riportato all’antico splendore e sarà collocato nella cappella del Santissimo Sacramento, a ricordo del Giubileo della Misericordia”.

In occasione della tradizionale Giornata del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro umano, il Santo Padre si è quindi associato ai Vescovi nell’auspicare che “la madre terra sia sempre coltivata in modo sostenibile. La Chiesa – ha aggiunto – è accanto con simpatia e riconoscenza al mondo agricolo ed esorta a non dimenticare quanti, in varie parti del mondo, sono privi dei beni essenziali come il cibo e l’acqua”.

Redazione: