Nell’ultima udienza giubilare per l’Anno Santo 2015-2016, papa Francesco ha posto l’attenzione su un principio eminentemente cristiano, quello della “inclusione”, frutto della misericordia di Dio.
“Dio infatti, nel suo disegno d’amore, non vuole escludere nessuno, ma vuole includere tutti – ha ricordato il Santo Padre -. Ad esempio, mediante il Battesimo, ci fa suoi figli in Cristo, membra del suo corpo che è la Chiesa”.
Tutti i cristiani, ha aggiunto, sono chiamati ad usare lo stesso “criterio” misericordioso, includendo “nella nostra vita gli altri” ed “evitando di chiuderci in noi stessi e nelle nostre sicurezze egoistiche”.
Gesù stesso è l’‘inclusivo’ per eccellenza, specie quando afferma: “Venite a me, tutti voi che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). Un appello che non esclude nessuno, poiché “la missione di Gesù è quella di rivelare ad ogni persona l’amore del Padre”, mentre “a noi spetta aprire il cuore, fidarci di Gesù e accogliere questo messaggio d’amore, che ci fa entrare nel mistero della salvezza”.
Includere, ha aggiunto il Pontefice, significa “spalancare le braccia per accogliere senza escludere; senza classificare gli altri in base alle condizioni sociali, alla lingua, alla razza, alla cultura, alla religione: davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio. Quello che trovo nel mio lavoro, nel mio quartiere, io la devo amare perché Dio l’ama”.
Ogni giorno, ha osservato il Papa, il nostro sguardo si posa su tante “persone stanche e oppresse”, che incontriamo “per strada, negli uffici pubblici, negli ambulatori medici”. Pertanto, riguardo a queste persone, ha domandato Francesco: “il nostro cuore com’è? È misericordioso? E il nostro modo di pensare e di agire, è inclusivo?”.
C’è quindi, nel Vangelo, “il disegno di una grande opera di inclusione, che, rispettando pienamente la libertà di ogni persona, di ogni comunità, di ogni popolo, chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle, nella giustizia, nella solidarietà e nella pace, e a far parte della Chiesa, che è il corpo di Cristo”.
Gesù, con “le sue braccia spalancate sulla croce”, dimostra che “nessuno è escluso dal suo amore e dalla sua misericordia, neppure il più grande peccatore”, mentre “tutti siamo inclusi nella sua grazia e nella sua misericordia”.
Segno inequivocabile dell’accoglienza e dell’inclusione è in particolare il perdono: “Tutti abbiamo bisogno di essere perdonati da Dio. E tutti abbiamo bisogno di incontrare fratelli e sorelle che ci aiutino ad andare a Gesù, ad aprirci al dono che ci ha fatto sulla croce”, ha ribadito il Papa, esortando: “Non ostacoliamoci a vicenda! Non escludiamo nessuno! Anzi, con umiltà e semplicità facciamoci strumenti della misericordia inclusiva del Padre”.
Questo “grande abbraccio di Cristo morto e risorto” è prolungato nel mondo dalla Santa Madre Chiesa e “anche questa Piazza, con il suo colonnato, esprime questo abbraccio”, ha commentato Bergoglio, invitando infine i fedeli a lasciarsi “coinvolgere in questo movimento di inclusione degli altri, per essere testimoni della misericordia con la quale Dio ha accolto e accoglie ciascuno di noi”.