Pubblichiamo la riflessione di Don Gian Luca Rosati
Ricordo la riapertura della chiesa di Santa Lucia a San Benedetto del Tronto.
Ero bambino e accompagnai mio nonno Giuseppe alla cerimonia. Fu un bel momento di festa. Lo ricordo perché, tornati a casa, scrissi una breve e semplice cronaca per il giornale diocesano. Ricordo, poi, l’attesa di ricevere il settimanale per sfogliare quella carta stampata così particolare, perché era un giornale diverso da tutti gli altri giornali: era il nostro giornale.
E, finalmente, ritrovare tra gli altri articoli, scritti da persone “grandi”, anche il mio piccolo scritto, … Fu un’emozione straordinaria!
Mi sembrava di aver raggiunto un traguardo eccezionale e impensabile: uno spazio sul giornale diocesano.
Da lì in avanti, incoraggiato dai miei genitori, ho continuato a scrivere…
Ricordo che qualche anno dopo – ormai ero alle scuole superiori – un mio compagno di classe, che curava per il giornale diocesano le sintesi delle catechesi di Papa Giovanni Paolo II, un giorno mi chiese di sostituirlo per qualche settimana. Così, compravo L’Avvenire del giovedì, leggevo con attenzione la catechesi settimanale e cercavo di sintetizzare il pensiero del Papa…
Ho detto che cercavo di sintetizzare, perché le parole del Papa mi sembravano sempre troppo importanti per essere riassunte e quindi a volte mi dilungavo… Poi stampavo l’articolo, lo rileggevo un’infinità di volte per essere sicuro che non ci fossero errori, uscivo di casa e andavo alla cartolibreria Urania di San Benedetto, dove lo consegnavo al prof. Pietro Pompei per la pubblicazione.
Non sono mai stato un collaboratore vero e proprio; sono solo uno a cui ogni tanto piace scrivere. Nel mio caso è importante l’ogni tanto, perché, non avendo un impegno fisso, ho la possibilità di scrivere solo quando mi sembra di avere qualcosa da scrivere!
Adesso ho un blog ed è molto più facile pubblicare i miei pensieri, ma, come ho avuto modo di dire durante gli incontri di Vicaria, in cui noi preti abbiamo parlato de L’Ancora, il giornale diocesano è stato per tanti l’occasione per raccontare, l’occasione per coltivare la passione per la scrittura, l’occasione per raggiungere le persone con un pensiero buono, con una riflessione,… Tutto questo continuerà a essere assicurato dalla versione online (www.ancoraonline.it), ma non sarà la stessa cosa: c’è tanta gente che non va su internet e tanta gente che continua a preferire la carta stampata. Pazienza!
Quest’anno della Misericordia mi ha visto impegnato nella scrittura di alcune riflessioni sulle opere di Misericordia. Ho pubblicato le sette opere di misericordia corporale e poi mi sono preso un po’ di tempo per scrivere quelle di misericordia spirituale.
Nel frattempo non pubblicavo nulla sul giornale diocesano e le nonne della parrocchia, preoccupate, sono venute a cercarmi per dirmi: «Ma non pubblica più? Che succede? Perché non scrive più?».
Il buon direttore Pietro Pompei, il caporedattore Simone Incicco e i lettori mi scuseranno per quest’opera rimasta a metà, ma dovevo pur lasciare qualcosa di inedito per il primo numero cartaceo, che uscirà alla ripresa della pubblicazione del nostrogiornale, no?
Il nostro giornale si chiama L’Ancora e l’ancora è l’immagine con cui si raffigura la virtù teologale della speranza; e allora, come non sperare in un ritorno alla stampa?
Arrivederci, amica,
arrivederci!