Matrimonio

VATICANO – “Non considerarli mai estranei al Corpo di Cristo, che è la Chiesa”.

Sono le parole del discorso del Papa di venerdì sera sera alla Rota Romana dedicate alle persone in condizioni cosiddette “irregolari”.

“Siamo chiamati a non escluderli dalla nostra ansia pastorale, ma dedicarci a loro e alla loro situazione irregolare e sofferta con ogni sollecitudine e carità”, il monito ai vescovi, a cui ha ricordato che “la Chiesa cammina da sempre, come madre che accoglie e ama, sull’esempio di Gesù Buon Samaritano”: “Chiesa del Verbo Incarnato, si incarna nelle vicende tristi e sofferte della gente, si china sui poveri e su quanti sono lontani dalla comunità ecclesiale o si considerano fuori da essa a causa del loro fallimento coniugale. Tuttavia, essi sono e restano incorporati a Cristo in virtù del battesimo”.

Le istanze di pastorale matrimoniale “richiedono risposte e provvedimenti non sempre facili”, ha riconosciuto Francesco, ma il nuovo processo matrimoniale “rappresenta un aiuto importante per far crescere nel gregge a voi affidato la misura della statura di Cristo Buon Pastore, dal quale dobbiamo ogni giorno apprendere la sapiente ricerca dell’unum necessarium: la salus animarum”, “bene supremo” che “si identifica con Dio stesso”. “Rispondere, con disponibilità e umiltà, al grido di aiuto di tanti nostri fratelli e sorelle che hanno bisogno di fare verità sul loro matrimonio e sul cammino della loro vita”, l’imperativo finale.

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