parlamento europeo bruxelles

BRUXELLES – Una vera e propria “controinformazione mediatica” per “rispondere alla guerra dell’informazione da parte della Russia e delle organizzazioni terroristiche islamiche con messaggi positivi, con la sensibilizzazione e l’alfabetizzazione mediatica”. È lo scopo palesemente dichiarato di una risoluzione non legislativa che il Parlamento europeo discuterà in apertura di plenaria OGGI lunedì 21 novembre, a Strasburgo, per poi essere votata il 23 successivo.

L’Ue è esposta a una crescente pressione nel far fronte alle campagne di disinformazione e di propaganda da parte di Paesi come la Russia e di attori non statali come Isis/Daesh, Al-Qaeda e altri gruppi terroristici jihadisti – si legge nella presentazione del testo – che promuovono la violenza e utilizzano pseudo-agenzie e internet troll per sfidare i valori democratici e dividere l’Europa”.

La risoluzione, che approderà in emiciclo con l’amplissimo sostegno della commissione parlamentare che l’ha stesa, suscita anche varie perplessità, soprattutto per il fatto che si accosta, nello stesso testo, un Paese come la Russia con organizzazioni terroristiche. Nel ribadire la piena libertà dei media, il documento considera però che l’Ue, “i suoi Stati membri e i suoi cittadini sono esposti a una crescente pressione sistematica nel far fronte alle campagne di informazione, disinformazione, cattiva informazione e propaganda da parte di Paesi terzi e attori non statali, quali organizzazioni criminali e terroristiche transnazionali dislocate nel vicinato dell’Ue”.
Si invita quindi l’Ue ad assumere una “comunicazione strategica volta a contrastare la propaganda nei suoi confronti da parte di terzi”, a “riconoscere e mettere a nudo la guerra di disinformazione e propaganda” attuata dalla Russia (“il governo russo sta impiegando in modo aggressivo un’ampia gamma di strumenti e meccanismi, come gruppi di riflessione e fondazioni speciali, ad esempio Russkiy Mir, enti speciali come Rossotrudnichestvo, stazioni televisive multilingue, presunte agenzie di informazione e servizi multimediali, ad esempio Sputnik, gruppi sociali e religiosi transfrontalieri – in quanto il regime vuole presentarsi come l’unico difensore dei valori tradizionali cristiani -, nonché social media e troll della rete per sfidare i valori democratici, dividere l’Europa, raccogliere sostegno interno e creare una percezione di fallimento degli Stati nel vicinato orientale dell’Ue”).

Un capitolo della risoluzione è dedicato a varie proposte per “capire e affrontare la guerra dell’informazione e i metodi di radicalizzazione dell’Isis/Daesh.

Infine un’ampia gamma di iniziative per contrastare la propaganda con piani di comunicazione, sensibilizzazione, sostegno finanziario per la libertà dei media nei Paesi della politica di vicinato (est europeo), sostegno e rafforzamento del pluralismo, dell’obiettività, imparzialità e indipendenza dei media all’interno dell’Ue.

Per ulteriori informazioni: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=REPORT&reference=A8-2016-0290&language=IT

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