Di Silvio Giampieri
DIOCESI – Sabato 19 Novembre presso il salone “Buon Pastore” della parrocchia San Gabriele dell’Addolorata di Villa Rosa si è svolto un incontro dell’ACR rivolto ai ragazzi delle scuole medie, tra i 12 ed i 14 anni, di tutta la nostra Diocesi, dal titolo “Beato Me”.
Ad accogliere bambini ed educatori, provenienti da varie parrocchie, un’attività di benvenuto molto simpatica. A ciascuno è stata consegnata una “carta di credito” del valore virtuale di 1000 euro che doveva essere spesa presso alcuni “punti vendita” stando attenti a non superare il bonus massimo, poiché si rischiava di perdere tutto. Al termine della fase degli “acquisti”, è stato chiesto di consegnare il frutto delle compere in un cestino con la scritta “ma è tutto qui?”.
Questa provocazione serviva a chiedersi se il concetto di beatitudine fosse circoscritto ai soli beni materiali che si posso comprare con il denaro.
Terminata questa prima fase, con questa domanda in testa, è seguito il momento dell’ascolto del Vangelo di Luca 4,23-5,12, il cosiddetto “discorso della montagna” di Gesù.
Per far capire meglio alla giovane platea cosa siano realmente le beatitudini, è stato invitato un ospite d’eccezione: Padre Lorenzo Turchi, guardiano del convento Santa Maria delle Grazie di Monteprandone (che quello stesso pomeriggio è stato riaperto al culto dopo lunghi lavori di restauro ed il recente sisma).
Con la sua simpatia, cantando e ballando, il frate minore ha saputo guidare i ragazzi a comprendere meglio cosa ci renda effettivamente felici, partendo dall’imparare a distinguere le emozioni che ci caratterizzano. Inoltre è emersa la fondamentale differenza tra l’allegria, intensa ma transitoria, e la beatitudine, fondata su una gioia duratura.
Per riflettere meglio su questa verità, ci si è poi divisi in alcuni gruppi nei quali si è ascoltata una canzone dei Moda’ su questo tema, a partire dal cui testo ne è nata una piccola condivisione. È seguita poi un’altra simpatica attività che chiedeva ai presenti di descrivere le proprie emozioni suscitate da alcune situazioni (preghiera, studio, offesa, lite, bellezza rapporti amicali..), scegliendo quale emoticon di Facebook meglio rappresentasse quello stato d’animo.
A conclusione di questa serata è stato regalato a ciascuno un braccialetto, per far memoria di quanto appreso: la vera gioia è accessibile sin da ora, nel presente, se si è disposti a vivere nel solco delle beatitudini evangeliche.