Traffico di esseri umani, violenza e sostanze stupefacenti. E’ partendo da questo drammatico legame che è iniziato il workshop internazionale sulle droghe – dal titolo “Narcotici: problemi e soluzioni di questa piaga mondiale” – organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze, che ha raccolto l’auspicio in tal senso di Papa Francesco.
Ad aprire l’incontro, che ha preso il via ieri presso la Casina Pio IV, in Vaticano, la Regina Silvia di Svezia e Yury Fedotov, direttore di Unodc, l’Ufficio Onu che si occupa di droga e crimine. Domani, giorno di chiusura dei lavori, è previsto l’incontro dei partecipanti con il Papa. Secondo i dati del 2013 di Unodc (United nations office on drugs and crime), l’Ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di monitorare la diffusione delle droghe nel mondo e i relativi fenomeni criminali, una persona su venti, in età compresa tra i 15 e i 64 anni, ha utilizzato almeno una volta una sostanza illecita, per un totale di 246 milioni di individui. Dati che mostrano un incremento di tre milioni di persone rispetto all’anno precedente. Il direttore, Yury Fedotov, ha ribadito le conseguenze devastanti per “la salute, la pace, lo sviluppo, per i diritti umani” causate dal traffico di droga e dalle attività criminali collegate. “Piaga – ha detto – che non conosce frontiere”. Quanto alla diffusione degli stupefacenti, la patria dell’oppio è un Afghanistan, mentre i Balcani sono i principali corridoi di transito per l’eroina che si dirama poi in ogni direzione. In Nord America si registra oltre il 40 per cento del consumo di cocaina globale, i principali produttori sono Colombia, Perù e Bolivia, dove violenza e povertà dilagano.
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