ROMA – Sono stati 300 i partecipanti al pellegrinaggio interreligioso che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, da Castel Sant’Angelo alla tomba di san Giovanni Paolo II, attraversando la Porta Santa della Basilica di san Pietro. Tra di loro c’erano fedeli cattolici, musulmani, bahai, buddhisti e induisti, provenienti da Giappone, Myanmar, India, Pakistan, Afghanistan, Turchia, Stati Uniti, Algeria, Kenya, Rwanda, Malta, Polonia, Croazia, Belgio, Inghilterra e Italia. L’iniziativa – organizzata da padre Peter Baekelmans, direttore esecutivo del Servizio di documentazione e studi sulla missione globale (Sedos), da Religions for Peace Italia e dalle Commissioni per il dialogo interreligioso e la giustizia, pace e integrità del creato di Usg (Unione dei superiori generali) e Uisg (Unione internazionale delle superiore generali) – ha voluto essere un’occasione per “chiedere perdono per la nostra iniquità verso le altre religioni e il perdono per le mancanze dei nostri vicini religiosi”.
Lungo il cammino verso la Porta Santa della Basilica di san Pietro sono risuonate anche le parole del Mahatma Gandhi e quelle del leader musulmano libanese Mohammad Sammak. Poi, davanti alla tomba di san Giovanni Paolo II, i presenti hanno reso omaggio al Papa della profezia di Assisi e con l’invocazione ebraica “Hevenu shalom aleichem” sono stati consegnati ai rappresentanti religiosi presenti 12 lumi.