STRASBURGO – “La qualità dell’aria in Europa sta migliorando, ma l’inquinamento atmosferico rimane il principale fattore ambientale di rischio per la salute umana”: la Relazione sulla qualità dell’aria 2016, presentata dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea), stima che lo smog, in particolare nelle città, sia la causa di “467mila decessi prematuri ogni anno”, incidendo sulla salute umana, soprattutto sull’apparato respiratorio.
L’agenzia Ue ha svolto un’indagine sulle polveri sottili dal 2000 in avanti sulla base dei dati forniti dalle stazioni di monitoraggio di 400 città degli Stati Ue. L’esposizione al particolato fine (Pm2.5) è ritenuta la più dannosa per la salute umana. Karmenu Vella, commissario all’ambiente, ha commentato: “I governi locali e regionali svolgono un ruolo centrale nella ricerca di soluzioni a tale problema”. Ma è altrettanto necessario aiutare “i diversi livelli di governo a lavorare meglio insieme” con politiche comuni e strategie condivise per ridurre l’inquinamento atmosferico dovuto soprattutto al riscaldamento delle case, ai fumi prodotti dalle fabbriche e al traffico. La relazione Eea è stata diffusa proprio nel giorno in cui il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva i nuovi limiti nazionali sulle emissioni delle principali sostanze inquinanti, tra cui Nox, particolato e biossido di zolfo, da raggiungere entro il 2030.
“L’inquinamento atmosferico è la prima causa ambientale di morte nell’Ue”, ha dichiarato la relatrice Julie Girling, eurodeputata inglese. “Il contesto politico è cambiato drasticamente nel corso degli ultimi tre anni, con il problema della qualità dell’aria balzato agli onori della cronaca a livelli senza precedenti. Credo fermamente che questo voto sia un passo nella giusta direzione. Non rappresenta la soluzione ideale, ma rappresenterà un importante miglioramento per la salute dei nostri cittadini”. Nella nuova normativa si stabiliscono gli impegni nazionali per la riduzione delle emissioni di biossido di zolfo (So2), ossidi di azoto (Nox), composti organici volatili non metanici (Covnm), ammoniaca (Nh3) e particolato fine (inferiore a un diametro di 2,5 micrometri). Secondo il testo passato in plenaria “tali proposte potrebbero ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute di circa il 50% entro il 2030”.