“La Chiesa cattolica in Europa ha vissuto con gioia e speranza l’Anno Giubilare che si è appena concluso. Molte sono state le grazie ricevute e condivise durante l’Anno Santo. Siamo fermamente convinti che i frutti di questo tempo santo continueranno ad arricchire il cammino di fede della Chiesa in Europa”.
Comincia così il comunicato diffuso oggi dalla nuova presidenza del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) sulla Lettera apostolica “Misericordia et misera”. Firmato dal presidente del Ccee, cardinale Angelo Bagnasco, e dai due vice-presidenti cardinale Vincent Nichols e monsignor Stanisław Gądecki, il comunicato afferma: “Il rumore assordante delle guerre, delle lotte ideologiche, delle contrapposizioni, delle deviazioni culturali e le crescenti forme di esclusione sociale e povertà amplificano il senso di smarrimento diffuso nelle società europee. Tuttavia, non si può dimenticare che alla base di tutto ciò sta lo scollamento dei grandi valori promossi e sostenuti dal Vangelo che hanno ispirato la cultura europea”.
I vescovi europei ritengono che “oggi c’è bisogno di sostenere la speranza, di guardare al futuro con fiducia, di rinnovare la memoria cristiana che ha dato sapore umano alla storia europea. Nell’esperienza concreta della Misericordia divina, vissuta nell’Anno Santo, s’innesta l’impegno dei vescovi d’Europa per una nuova evangelizzazione, che sappia ridare speranza ai cuori e susciti nuove forme di solidarietà”. A nome delle Chiese in Europa, il Ccee coglie “con entusiasmo” l’invito di papa Francesco a “rafforzare la nostra conoscenza della Parola di Dio e la nostra pratica sacramentale, riscoprendo specialmente il sacramento della riconciliazione. Nei prossimi mesi, il Ccee sarà sollecito nell’aiutare le Conferenze episcopali nell’individuare i modi migliori per rispondere alle diverse proposte concrete fatte dal Santo Padre sia nella pastorale che nell’impegno sociale di ogni fedele e di ogni comunità locale. Aderendo alle intuizioni di Papa Francesco, si auspica un rinnovamento del volto della Chiesa tramite una conversione pastorale che renda più luminosa una ‘cultura della misericordia’ (cfr. Misericordia et misera, 20). Siamo grati al Santo Padre che ha avuto l’ispirazione di convocarci a celebrare insieme questo tempo di grazia sotto il segno della misericordia. A lui assicuriamo la nostra vicinanza filiale, la nostra preghiera e la nostra volontà di continuare con entusiasmo il compito pastorale che ci è stato affidato a servizio della Chiesa che è in Europa”.