VATICANO – “Santo Padre, malgrado le sfide, le tensioni, le opposizioni, lei ci offre la testimonianza di un uomo sereno, di un uomo di pace. Qual è la sorgente della sua serenità?”. Lo ha chiesto al Papa uno dei 140 superiori generali ricevuti ieri mattina nell’Aula Nuova del Sinodo in occasione della chiusura dell’88ª Assemblea generale dell’Unione superiori generali (Usg).
Francesco ha affermato che da quando è stato eletto Pontefice ha provato una pace profonda che da allora non lo ha mai abbandonato.E questa è una differenza rispetto alla sua esperienza del passato a Buenos Aires, quando si sentiva più ansioso. Inoltre, ha detto che i problemi ci sono, ma che lui immerge tutto nella preghiera e ciò gli restituisce una grande pace. Interrogato a proposito di vita religiosa e profezia, il Papa ha risposto che i religiosi sono chiamati a vivere il Vangelo sine glossa alla luce del carisma dei fondatori. Il nemico della profezia è la mondanità. Ha parlato inoltre dell’ascesi, la quale non deve però mai confondersi con atteggiamenti volontaristici e “pelagiani”, ma tendere sempre alla libertà: l’ascesi è utile nelle forme in cui rende la persona più libera. Ha concluso affermando quanto i religiosi possano rivelarsi importanti nel processo di riforma della Chiesa, soprattutto per combattere il clericalismo: “Nelle strutture della Chiesa entra il clima mondano e principesco — ha affermato — e questo è quanto di peggio ci sia nell’organizzazione della Chiesa. I religiosi possono contribuire con la loro testimonianza” di povertà, obbedienza e fratellanza.”
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